CASTELLO. L'assessora Ghirra: «La Regione non eroga gli incentivi»
I proprietari chiedono fondi per il restauro
Molte sono un pugno in un occhio, altre sono addirittura pericolose. Nel cuore antico della città le facciate degli antichi palazzi nobiliari hanno necessità di interventi urgenti. I palazzi Boyl, Aymerich, Asquer e Rossi, a Castello, sono ingabbiati da impalcature e reti per evitare che pezzi di intonaco possano finire su passanti o auto. Un segno del degrado, e dei bombardamenti alleati, che dovrebbe essere cancellato in tempi brevi.
In alcuni casi è impossibile rintracciare i proprietari, che vivono dall'altra parte del pianeta. Per non parlare dei costi elevati per il restauro dei prospetti e delle restrizioni imposte dalla Sovrintendenza. Non tutto, però, può essere imputato ai proprietari degli stabili. I finanziamenti regionali destinati al centro storico non si sono ancora tramutati in soldi. Ma lo scoglio più duro da superare è il processo di Valutazione ambientale strategica (Vas) necessario per l'approvazione del Piano particolareggiato del centro storico. Il piano, richiesto dalla Sovrintendenza, ora è al vaglio dei tecnici della Città metropolitana.
PALAZZO ASQUER In piazza Carlo Alberto, proprio di fronte alla Cattedrale, la statua di san Francesco guarda sconsolata quell'edificio che ha conosciuto tempi migliori. «È vero, la facciata ha bisogno urgente di manutenzione», afferma Enrico Asquer, proprietario, con una zia, la madre e la sorella, dell'omonimo palazzo. «I progetti di restauro sono stati approvati da Comune e Sovrintendenza». Gli interventi sono rimasti sulla carta. «Non so quando riusciremo ad attuare i restauri. I costi sono alti: la stima è di circa 300 mila euro. Un'operazione che non si può fare a cuor leggero. Chiediamo una mano alla politica». Il problema non è solo economico. «L'edificio è stato sventrato dalle bombe e non sappiamo ancora se i muri perimetrali, che un tempo erano interni, si possono intonacare».
PALAZZO BOYL E ROSSI Gli operai sul cestello del camion gru che blocca via Bastione di Santa Croce lavorano per mettere in sicurezza il cornicione. Mattia Tomassini Barbarossa, proprietario di Palazzo Boyl, si scusa. «Ci dispiace per i disagi che stiamo causando». L'edificio ha bisogno di interventi urgenti. «Il rattoppo non serve. Stiamo vagliando le manutenzioni straordinarie ma abbiamo bisogno di un importante sostegno economico. Sono necessarie sinergie con Comune e Sovrintendenza». Di sua proprietà anche lo stabile all'angolo opposto. «Palazzo Rossi è abbandonato da oltre 20 anni. Stiamo cercando una soluzione per il suo futuro». È in vendita? «Ci sono trattative in corso».
PALAZZO AYMERICH In via Dei Genovesi una colonia di gatti si gode il sole mattutino tra le macerie di Palazzo Aymerich. In questo caso i privati non hanno colpe. La Dac, proprietaria dell'area, ha ottenuto ragione dal Consiglio di Stato e potrebbe costruire. «Il Comune ha dimostrato interesse per l'area distrutta dai bombardamenti: vorrebbe trasformarla in “Luogo della memoria” offrendoci una permuta in altre zone di pari valore», spiega Antioco Angius, socio e sino a un mese fa presidente della società. «Si parla di via Corsica».
PALAZZO PIZZORNO-BINAGHI In piazza Del Carmine, all'incrocio con via Sassari, c'è una delle situazioni più imbarazzanti. Palazzo Pizzorno-Binaghi, ingabbiato dalle impalcature, è del Comune. Dal Municipio assicurano che con 1 milione e 200 mila euro sta per essere concluso il progetto definitivo. Lo slittamento è dovuto alla richiesta di approfondimenti e indagini archeologiche (concluse) da parte della Soprintendenza. L'edificio ospiterà anche uffici comunali».
REGIONE LATITANTE L'assessora all'Urbanistica Francesca Ghirra fa il punto. «I privati possono eseguire interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria ma per riqualificare queste aree occorre attendere l'approvazione definitiva del Piano particolareggiato del centro storico». Che fine hanno fatti gli incentivi promessi? «Sino a qualche anno fa la Regione erogava fondi (LR 29/98) che hanno finanziato la riqualificazione di molti centri storici ma purtroppo quella norma non ha copertura finanziaria da tempo».
Andrea Artizzu