SU IL SIPARIO. Ottima prova di Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere

T eneramente tragico, “Il Padre” di Florian Zeller. La pièce del drammaturgo francese ha per soggetto l'annaspare di un uomo che fu attivo e autoritario e ora, col progredire dell'Alzheimer, è solo un anziano capriccioso e indifeso. Patologia dolorosa che ha, riso amaro, i suoi lati comici.
Gli spettatori del Massimo di Cagliari hanno applaudito a lungo Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere, interpreti di un lavoro che indaga non la malattia ma i suoi effetti sui familiari. Lucrezia Lante della Rovere nel ruolo di Anna è una figlia amorosa e stanca e molto combattuta tra il dovere dell'assistenza e il salvataggio della sua vita personale. Dolce, bella e speranzosa che una badante e molte medicine servano ad arginare le complicazioni senili, l'indebolirsi della memoria e i soprassalti della dignità. Brava ed equilibrata, mai isterica, in una parte non facile. La regia di Piero Maccarinelli separa con piccole pause di buio l'evolversi di una situazione che, inevitabilmente, precipiterà. Sul palco, lo sdoppiarsi dei personaggi rispecchia la confusione di Andrea, un Haber in pigiama di straordinaria aderenza.
Proposto dalla Cedac in collaborazione con Goldenart Production, lo spettacolo (in replica sino a domenica), è davvero, come dice la presentazione, un misto di zucchero e aceto, di moti del cuore e scatti d'ira. Non troppo consolante, visto l'argomento ma gli attori tutti, David Sebasti, Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo, Riccardo Floris rendono con efficacia il testo di Zeller, Premio Moliere 2014. Vestiti da Alessandro Lai, gli artisti si muovono tra i mobili trasparenti e le pareti candide di Gianluca Amodio. Una premonizione dell'asettico ambiente di una clinica, anzi Istituto, che accoglierà alla fine i miti deliri del malato di vecchiaia.
All'incontro con la compagnia, previsto per questa sera alle 17.30 all'Exmà, partecipa Raimondo Mandis, presidente dell'Associazione Alzheimer Sardegna.
Alessandra Menesini