Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mal di pancia, non razzismo

Fonte: L'Unione Sarda
29 gennaio 2018

SPARI IN CENTRO. La solidarietà del sindaco, l'analisi del questore, l'invito del mediatore

 

 

L'aggressione del giovane gambiano e le reazioni della città 

 

Nessuno vorrebbe sentir parlare di razzismo. Dopo l'aggressione a colpi di pistola nei confronti di un diciottenne del Gambia e la denuncia degli amici che non hanno esitato a parlare di un agguato a sfondo razziale, l'invito da più parti è a essere prudenti. I carabinieri del comando provinciale venerdì pomeriggio hanno arrestato il presunto colpevole, si tratta di Alessio Cocco, 40 anni cagliaritano, accusato di lesioni aggravate e detenzione illegale di arma da sparo. Il pubblico ministero Enrico Lussu è a capo delle indagini che serviranno a fare chiarezza sul movente. Intanto però restano le parole di Assan e degli altri amici di Hally Nyassi, il ragazzo colpito giovedì sera mentre aspettava il bus alla fermata di via Roma, soccorso e poi tornato nella comunità di Quartu nella quale vive da quando è arrivato in Sardegna. «Quell'uomo non l'avevamo mai visto. Si è avvicinato, ha detto qualcosa che non abbiamo capito, ha sparato ed è fuggito via. Non è un pazzo è un razzista», raccontavano il giorno dopo la sparatoria.
IL MEDIATORE CULTURALE Per il rappresentante della comunità senegalese in città, Abdou Ndiaye, le parole pesano come macigni. «Bisogna fare attenzione a usare il termine razzismo, può essere ignoranza dovuta anche a una cattiva informazione o a un mal di pancia generalizzato. Chi lo sa»? Di sicuro quello dell'integrazione è un tema che Abdou Ndiaye conosce molto bene. È a Cagliari dal 1991 e lavora come mediatore culturale. «La cronaca racconta di episodi in cui da una parte o dall'altra c'è stata intolleranza, ma bisogna fare attenzione. La gente ha mal di pancia ed è vero che la situazione attuale non è quella di dieci anni fa, c'è un sentimento diffuso di fastidio che può generare gesti simili. Quello che ha sparato più che un razzista è uno che non ragiona. Bisogna capire quel che è successo, ma più di ogni altra cosa bisogna occuparsi della questione dell'accoglienza». Cercare una soluzione alla radice del problema. «Questi ragazzi stanno sempre lì, in via Roma e piazza Metteotti, inutile negarlo, li vediamo tutti. Dovrebbero invece essere impegnati in un piano preciso che dopo la prima assistenza li porti a diventare dei cittadini uguali agli altri».
CULTURE DIVERSE Nessun segnale di razzismo in città neppure per il questore Pierluigi D'Angelo. «Non posso esprimermi sul fatto specifico, ma in generale posso dire che non ci sono problemi di questo genere. D'altronde se ci fossero li segnaleremmo alla magistratura. È necessario anche distinguere tra intolleranza e razzismo, ma ritengo che non si tratti né dell'una né dell'altro. In città c'è un buon numero di extracomunitari che genera una questione di convivenza tra cultura differenti».
LA SOLIDARIETÀ Il sindaco Massimo Zedda si rivolge al giovane Hally al quale esprime solidarietà. «È rimasto vittima di un gesto sconsiderato da parte di un uomo che già in passato si era reso colpevole di un'azione simile nei confronti di un italiano. Questo elemento ci fa sperare che non sia un episodio a sfondo razziale. Il nostro ringraziamento va ai carabinieri che in meno di 24 ore hanno arrestato il presunto autore di un fatto molto grave ma di sicuro isolato». Poche parole che raccontano di una città e di un quartiere sicuri. La Marina, teatro della sparatoria, è di certo la zona più multietnica in cui convivono persone provenienti da Stati e Continenti lontani. Ora saranno le indagini dei carabinieri a cercare una spiegazione a quel che è accaduto giovedì intorno alle dieci di sera quando Alessio Cocco ha impugnato la pistola e ha aperto il fuoco nel centro della città.
Mariella Careddu