Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Demolizioni sì, trasloco no Gli abitanti nel palazzi Del Favero vogliono restare nel rione

Fonte: L'Unione Sarda
22 gennaio 2018

SANT'ELIA.

Assemblea in piazza: in programma manifestazioni sotto Regione e Comune

 

Paola Testa, 72 anni, è battagliera: «Non mi sposterò mai da Sant'Elia». L'amica Maria Corona non è da meno: «Avevo sei anni quando sono arrivata in questo splendido quartiere. I miei quattro figli sono nati e cresciuti a Sant'Elia. Area vuole demolire i palazzoni e mandarci via, in altri rioni o addirittura in altri Comuni? È tutto da vedere».

In cento, alle 16 di ieri, si ritrovano in piazza Demuro accanto all'area giochi. Hanno accolto l'invito del comitato di quartiere, promotore dell'assemblea per parlare del futuro delle 265 famiglie dei palazzoni Del Favero. Area ha avviato le ricerche di abitazioni per ospitare gli abitanti del quartiere in vista dei lavori di riqualificazione che interesseranno Sant'Elia. «Non sappiamo nulla se non quello che è stato pubblicato sui giornali. Abbiamo chiesto un incontro con Area, Regione e Comune. Vogliamo conoscere le loro intenzioni», spiega Billo Vistosu, presidente del comitato di quartiere di Sant'Elia. «Aspettiamo delle risposte. Poi ci muoveremo. Siamo pronti a tutto. Sempre in modo pacifico e legale, sia chiaro». Il coro è unanime: «Sì alle demolizioni. Ci devono però sistemare nel quartiere. Perché da qui non ci muoveremo», ribadisce con fermezza Graziella Sanna, da sessant'anni residente a Sant'Elia.
LE PROTESTE I promotori dell'assemblea non nascondono la delusione per la partecipazione «un po' scarsina» all'iniziativa. «La battaglia per i nostri diritti», sbotta Rita De Agostini del comitato, «sarà lunga. Serve la presenza di tutti». Il primo passo è attendere di essere ricevuti dagli enti interessati: «La richiesta è partita ufficialmente una settimana fa», ricorda De Agostini. «Se non riceveremo risposte passeremo ai fatti». Le idee sono diverse: una “marcia” verso i palazzi della Regione o del Comune, una manifestazione chiassosa a Sant'Elia oppure proteste in altri punti strategici della città.
I DUBBI Giulia Pinna è un'altra abitante di vecchia data. «Prima vivevo nella zona del Lazzaretto, ora in una casa nei palazzi Del Favero. Se mi dessero un'altra abitazione nel quartiere non avrei problemi. Ma in un altro Comune o rione no, non ci andrei mai». Dubbi e paure si rincorrono. «Esisterebbe giù un progetto», spiega Nicola Pinna. «Al posto dei palazzoni nascerebbe una zona residenziale. Se andremo via da Sant'Elia non torneremo più: per questo è necessario ribellarsi». Il bando per la ricerca di appartamenti in altri quartieri e anche fuori da Cagliari non piace: «Si spendono tanti milioni per acquistare delle case. Perché non investire quei soldi per costruire abitazioni a Sant'Elia?», ribadisce Vistosu. Per ora però gli abitanti dei palazzi Del Favero lottano contro i fantasmi: «Vogliamo conoscere i progetti veri», evidenziano De Agostini e Rosa Sabati. «Poi presenteremo le nostre richieste». Le idee sono chiare: «La riqualificazione prevede nuove case per noi? Allora ci sistemino provvisoriamente sempre nel quartiere. I progetti sono altri? Che realizzino altre abitazioni a Sant'Elia per tutte le oltre duecento famiglie che non si vogliono spostare da qui». Vistosu ipotizza: «Ci sono case sfitte a Calamosca. Possono essere utilizzate provvisoriamente per ospitare una parte delle famiglie e demolire un palazzo alla volta».
IL SINDACO Venerdì, in un incontro al Lazzaretto, il sindaco Massimo Zedda ha spiegato: «Gli abitanti di Sant'Elia hanno vissuto per quarant'anni con molti disagi. È giusto che godano della riqualificazione programmata per il rione». Parole importanti. «Ma sempre parole», spiegano i residenti. «Delle parole non ci fidiamo. Vogliamo atti concreti e carte firmate».
Matteo Vercelli