Rassegna Stampa

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Demolizione palazzi Sant’Elia, residenti sul piede di guerra: “Non andremo via da qui”

Fonte: web cagliaripad.it
22 gennaio 2018

 


Da Mauro Loddo -  20 gennaio 2018

 


“Area si metta l’anima in pace: non andremo mai via dal nostro quartiere”. Lo hanno ribadito oggi in un’assemblea gli abitanti dei palazzoni del Favero, nel quartiere di Sant’Elia a Cagliari, destinati presto alla demolizione.

 

L’allarme tra gli abitanti del rione è scattato settimane fa quando Area, l’azienda regionale per l’edilizia abitativa, ha fatto sapere di essere alla ricerca di residenze temporanee in nell’Hinterland di Cagliari, così da sistemare per tutta la durata dei lavori le 300 famiglie che abitano il borgo: sul sito dell’ente regionale è stato pubblicato un bando da sei milioni di euro destinato all’acquisizione di appartamenti nei comuni di Cagliari, Monserrato, Elmas, Quartu Sant’Elena, Quartucciu e Selargius. Le abitazioni, si legge nel testo, hanno l’obbligo di dover essere state costruite dopo il primo luglio 2009.

Ma, quando mancano meno di tre settimane alla scadenza del bando, i cittadini hanno alzato le barricate, rivendicando il diritto di poter rimanere a vivere comunque nel quartiere. “Dobbiamo essere molti di più, uniti” spiega Billo Vistosu, uno dei portavoce dell’associazione. “E io sarò il primo a lottare con voi”.

L’assemblea. “Io non me ne vado” precisa da subito la signora Graziella, che vive da decenni nei palazzi. “Io invece – sostiene un preoccupato residente sulla 40ina – ho paura che ci mandino via: lo sappiano che Sant’Elia potrebbe diventare un quartiere residenziale, in questa zona ci sono grossi interessi”.

L’associazione chiede ai presenti nuove idee da portare al palazzo della Regione per un potenziale incontro. “Magari una soluzione è demolire a scaglioni”, propone qualcuno. “Ci sono le case sfitte a Calamosca, si potrebbe fare una sorta di ‘casa di transito’, qualcosa che ci permetta di essere tranquilli e aspettare che i lavori terminino”.

Alla fine l’assemblea decide: “Pretendiamo un tavolo con Area, Comune e Regione. Vogliamo risposte concrete” fa il punto Vistosu. “Se non arriveranno ci faremo sentire, bloccheremo le strade se sarà necessario. Lottiamo, aiutiamoci tutti insieme”. L’appuntamento è per i primi di febbraio per una nuova assemblea.