Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il senzatetto che non ti aspetti

Fonte: L'Unione Sarda
16 gennaio 2018

I clochard sono un centinaio, il Comune spende diecimila euro al mese per la cena

 

 

 

Da settimane un anziano imprenditore sinnaese vive per strada 

 

 

 Lo specchietto tondo è poggiato sul muretto. L'uomo col viso cosparso di crema da barba fa movimenti, precisi, poi - perfettamente rasato, tutto insomma tranne che “barbone” -, si volta: «Il signore desidera parlare con me?», chiede con garbo, mentre con le braccia fa un cenno di invito a “casa”. La quale, detto per inciso, consiste in alcuni gradini: quelli dell'accesso posteriore del palazzo di Giustizia, dove (nel senso dei gradini) è accampato da circa due mesi.
L'IMPRENDITORE Sinnaese, 74 anni, ex grosso commerciante di carni, Eraldo (ma lo chiaman tutti Aldo) Serra ha conosciuto agi e onori. Ora è invece un vagabondo, certo particolare: non sbaglia un congiuntivo («ho avuto una buona istruzione: quella, rimane»), spara un affinché che non ti aspetti, ricerca il termine più corretto. Pur nella disgrazia, cerca il buono: «Vivo qui con un vero lord: Roberto Medas». Per chi non lo conoscesse per nome, Medas è un provetto panettiere (ex) e il celeberrimo mendicante (in carica) di Dolianova, accessoriato da un cane, che sta sul marciapiede opposto alla libreria Dessì in via Dante. Il sinnaese trascorre la giornata sui gradini, il parteollese lo raggiunge per la notte.
IL “ROVESCIO” Aldo Serra era un importante commerciante di carni bovine, fino a qualche settimana fa. La contabilità in azienda era curata dalla moglie e tutto filava liscio, ma poi si sono separati: in un colpo solo, Serra ha perso moglie e contabile. E anche il conto di quanto doveva pagare di tasse. «Ho usato quei soldi per ultimare il capannone a Sinnai». Lo Stato, che quando vuole sa sbrigarsi, ha letteralmente bussato alla porta di casa sua: «Ora è casa nostra, la svuoti in otto giorni», ha cinguettato l'ufficiale giudiziaria. Serra ha girato per case di amici, rifiuta l'ospitalità dei figli («Non voglio che siano costretti a ospitarmi, disturberei»), poi ha visto “lord” Medas sui gradini del Tribunale e ha eletto domicilio. «Un mio amico pastore di Turri mi ha dato le chiavi di casa sua: vado a trovarlo, ma poi mi levo di torno».
I SENZATETTO Nessuno li ha mai censiti, in città. I volontari della comunità di recupero L'Aquilone, di don Carlo Follesa, preparavano ogni sera 160-180 pasti per i vagabondi, ma non tutti dormivano per strada. «Diciamo che sono un centinaio, prevalentemente tossicodipendenti o alcolisti, più sardi che extracomunitari. Molti sono ex ospiti di centri per minori che, al diciottesimo compleanno, si sono ritrovati per strada: anni di lavoro buttati via». L'Aquilone non serve più i pasti ai clochard : l'obbligo di assumere personale non fa quadrare i conti. Se ne occupa ora la Croce rossa, sempre per diecimila euro al mese, in attesa del nuovo bando che il'assessorato alle Politiche sociali sta preparando.
L'OSPITALITÀ I pasti da distribuire per strada sono diminuiti perché la Caritas (la riunione operativa si è svolta proprio ieri, con la partecipazione dell'Assl e dell'assessore Ferdinando Secchi) ha deciso di ospitare, nelle strutture che gestisce, una cinquantina di senzatetto che dormono abitualmente per strada: la farà per i prossimi mesi, i più freddi dell'anno.
VIA ROMA La situazione più incredibile è però sotto i portici del Municipio, in via Roma: un vagabondo staziona per tutto il giorno e altri due dormono la notte. All' ospite fisso - un tossicodipendente sardo - la Polizia municipale ha più volte sequestrato coperte, oggetti, scatole di cartone e cianfrusaglie. I due “notturni” scompaiono la mattina, non proprio all'alba. Si dovrà trovare una soluzione, davanti al Comune, oltretutto perché i vagabondi non mancano neanche nella sede di via Sonnino (il picco è al Banco di Sardegna in viale Bonaria, dove in questi giorni si stanno recintando i giardini). Nel frattempo, il Municipio si presenta con i tre inconsueti “uscieri”.
Luigi Almiento