Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Vitalizi degli ex consiglieri,

Fonte: L'Unione Sarda
15 gennaio 2018

Nelle altre assemblee d'Italia si taglia, in via Roma i privilegi restano invariati Vitalizi degli ex consiglieri,
spesa record per la Sardegna È di nuovo vergogna nazionale. La Sardegna è la regione italiana che spende di più per pagare i vitalizi diretti agli ex onorevoli, e resta sempre sul podio delle meno virtuose se si considerano anche gli importi medi, il costo totale a carico delle casse pubbliche considerando anche gli assegni di reversibilità, e il fatto che mentre da altre parti ci sono stati tagli e interventi vari, nell'Isola i privilegi sono rimasti sempre assolutamente intatti.
LA SITUAZIONE La questione è stata risollevata ieri da La Repubblica , che sulla base dei dati di Itinerari previdenziali, ha sottolineato che nel Paese i vitalizi erogati sono 3546 e che la spesa ha ricominciato a salire (con la scadenza del contributo di solidarietà in diverse regioni arriverà a quota 170 milioni). In Sardegna - dove fino alla scorsa legislatura gli eletti erano ottanta - le pensioni d'oro dirette costano ai cittadini 13,7 milioni l'anno e la cifra media versata è di oltre 58 mila euro (la quarta più elevata), se si sommano anche quelle girate a mogli e figli di consiglieri defunti si arriva a quota 17,7 milioni di euro. Ancora - ha evidenziato l'istituto di ricerca - dall'analisi del rapporto tra popolazione residente e numero di vitalizi totale, risulta che in Italia a ogni vitalizio corrispondono circa 17 mila abitanti: la Lombardia eroga un assegno ogni 45 mila abitanti, la Sardegna ogni 5.332 (la seconda peggiore dopo il Molise).
I TAGLI A ottobre 2014 la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome - sull'onda del decreto Letta che riduceva le pensioni statali alte per tre anni con aliquote scaglionate - aveva stabilito una serie di misure “minime” per intervenire, alle quali le Regioni si sarebbero potute (dovute?) attenere. Dieci, una parte di queste indicazioni le hanno adottate le altre, Sardegna compresa, non hanno fatto niente di concreto. Ad esempio, il Piemonte, con una legge di quello stesso anno, aveva deliberato che i trattamenti mensili lordi fossero ridotti secondo percentuali progressive: del 6% fino a 1.500 euro; del 9% per i vitalizi oltre 1.500 e fino a 3.500 euro; del 12% per importi superiori a 3.500 e fino a 6.000 euro lordi mensili; e del 15% oltre i 6.000 euro. Un'ulteriore decurtazione del 40% riguardava infine i titolari di un altro assegno vitalizio riconosciuto dal Parlamento. Un ricorso contro questa legge fu rigettato dal Tribunale di Torino. Per dire che i “diritti acquisiti” si possono toccare.
LA PROPOSTA UNICA Da noi, come ricorda sempre il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau (ma anche nelle altre regioni) i vitalizi sono stati aboliti a partire dall'attuale legislatura. Significa che chi è stato eletto per la prima volta nel 2014 non lo percepirà, mentre per chi è almeno al secondo mandato il diritto resta, e dunque, ai 310 pagati attualmente, se ne aggiungeranno, in momenti diversi a seconda del compimento dell'età richiesta e del ritorno alla vita di tutti i giorni, un'altra settantina. Ribadisce Ganau: «Esiste una proposta di legge a disposizione del Consiglio, una sintesi elaborata sulla base del documento congiunto approvato dalla Conferenza nel 2014. Siamo in attesa di norme nazionali che indirizzino gli atti del legislatore regionale su una materia che si presenta complessa come dimostrano i numerosi contenziosi in atto, si tratta infatti di intervenire su diritti acquisiti individuali. La normativa nazionale deve costituire la base giuridica per un intervento organico di carattere strutturale».
LA LEGGE RICHETTI C'era in Parlamento la proposta del deputato Pd Matteo Richetti, che si proponeva - in estrema sintesi - di ricalcolare tutti i vitalizi (di deputati, senatori e consiglieri regionali) con il sistema contributivo (come per la previdenza dei lavoratori normali). Purtroppo, questa legge è stata uccisa nella culla a fine dicembre in commissione a Palazzo Madama. Angelo Carta, capogruppo del Psd'Az, l'estate scorsa ne ha depositato una analoga, e Francesco Agus (Campo Progressista) e presidente della Commissione autonomia, ha minacciato di fare altrettanto.
IL BUON ESEMPIO «Abbiamo deciso di chiedere al Consiglio regionale la proroga della riduzione fino al 31 dicembre 2020 dell'entità degli assegni vitalizi», ha detto nei giorni scorsi il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, presentando un progetto di legge, «tra i primi atti depositati in questo inizio 2018». Visto che «manca ancora la legislazione nazionale noi non facciamo altro che riproporre la riduzione che si applica in Veneto a tutti i vitalizi in essere e anche alle reversibilità nonché a quelli che saranno erogati dopo l'approvazione di questo nostro progetto di legge». Insomma, se si vuole, si può.
Cristina Cossu