Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I docenti tornano sui banchi Boom di domande all'Università per i crediti formativi obbligatori

Fonte: L'Unione Sarda
11 gennaio 2018

SCUOLA.

Quattromila iscritti all'ateneo per i corsi che cominceranno tra febbraio e marzo

I docenti tornano sui banchi Boom di domande all'Università per i crediti formativi obbligatori

Anche in Sardegna è ufficialmente iniziata la volata per partecipare al concorso per gli insegnanti promesso - ma non ancora bandito - dalla ministra Valeria Fedeli per la fine del 2018. E migliaia di laureati e laureandi sardi che sognano una cattedra - che arriverà però solo dopo tre anni di tirocinio -sono già in fibrillazione. Chi non ha l'abilitazione o almeno tre anni di servizio (categorie per le quali sono previsti altri due concorsi ad hoc), per accedere dovrà infatti conseguire 24 crediti formativi in quattro ambiti: pedagogico, psicologico, antropologico e metodologie e tecnologie didattiche. Mentre chi i crediti li ha già maturati, tutti o in parte, con gli esami sostenuti all'università, se li dovrà comunque far riconoscere. Il Miur ha affidato entrambi questi compiti alle università e se a Sassari i corsi sono iniziati a dicembre, a Cagliari non è stata ancora fissata la data per le iscrizioni definitive.
BOOM DI DOMANDE Colpa del numero record di domande arrivate - oltre quattromila - che ha messo a dura prova la macchina organizzativa dell'ateneo. «Abbiamo lavorato senza sosta - spiega il prorettore alla didattica Ignazio Putzu - ma presto pubblicheremo sul nostro sito gli aggiornamenti e tra febbraio e marzo cominceremo con i corsi». Inizialmente la data ultima per le iscrizioni e il pagamento delle tasse era stata fissata al 10 gennaio, mentre le lezioni si sarebbero dovute tenere dal 15 gennaio al 20 febbraio. Ma poi i tempi sono slittati. «Il Miur ha pubblicato il decreto il 10 agosto - precisa Putzu - rispondendo solo il 24 ottobre ai chiarimenti chiesti dalla conferenza dei rettori a settembre. Noi abbiamo aperto le preiscrizioni dal 13 al 30 novembre e sono arrivate più di 4.000 domande, un numero vicino a quello delle matricole che sono circa 6.000. I tempi erano molto ristretti, tant'è che tanti atenei non li hanno neanche attivati».
I TEMPI «Abbiamo dovuto mettere in piedi una macchina complessa in un contesto di riduzione delle risorse - prosegue il prorettore -. Organizzare 4 corsi per 4.000 persone è un problema e noi lo vogliamo fare curando al massimo la qualità. Una commissione di esperti sta valutando una per una le domande che sono molto differenziate: ad esempio non è facile stabilire quali e quanti crediti siano riconoscibili a chi si è laureato col vecchio ordinamento perché è necessario che nel programma degli esami sostenuti siano state affrontate le tematiche definite in un allegato al decreto ministeriale». Un «lavoraccio», così lo definisce Putzu, che è finalmente arrivato a conclusione. «Faremo i corsi tra febbraio e marzo e dureranno 4 settimane: metà dei 24 crediti saranno conseguiti in modalità e-learning e l'altra metà con normali lezioni senza obbligo di frequenza. Ora stiamo preparando le aule per ospitare gli iscritti».
I COSTI E i costi? Il Miur ha stabilito un tetto di 500 euro per la tassa d'iscrizione e a Cagliari è stato rispettato: il riconoscimento degli esami sostenuti in altre università costerà 100 euro, mentre per ottenere tutti e 24 i crediti formativi, nella peggiore delle ipotesi (Isee superiore ai 20.142 euro), si arriverà a spendere 499 euro. Lezioni gratis invece per chi già frequenta corsi di studio, dottorati, master e scuole di specializzazione dell'ateneo cagliaritano. Insomma, un giro di affari notevole che ha portato tanti a parlare di business e di regalo del Governo alle università. «In realtà - replica Putzu -, non credo che i costi sostenuti dagli atenei saranno coperti dalle tasse d'iscrizione». Ma c'è dell'altro ad allarmare gli aspiranti insegnanti: nel bando per il concorso destinato ai laureati, atteso in estate, il Miur potrebbe inserire come requisito di accesso anche la conoscenza della lingua inglese di livello B2. Certificazione che costerebbe ai candidati altri 500 euro.
Massimo Ledda