MERCOLEDÌ, 24 GIUGNO 2009
Pagina 2 - Cagliari
I consiglieri regionali della sinistra hanno chiesto di sapere se vi sono intese tra il Comune e il governo dell’isola
«Nel dibattito gli enti locali devono coinvolgere tutti gli attori della società civile»
di Roberto Paracchini
CAGLIARI. «Il centro storico di Cagliari appartiene alla Sardegna e noi tutti vogliamo che sia valorizzato nel modo migliore. Ed è per questo che chiediamo che gli accordi Regione-Comune vengano fatti alla luce del sole», lo domandano i consiglieri regionali della sinistra che hanno presentato ieri mattina una interpellanza sull’argomento all’assessore all’Urbanistica.
Luciano Uras (Rifondazione comunista), Radhouan Ben amara (Comunisti italiani), Massimo Zedda (La Sinistra) e Claudia Zuncheddu (Rosso Mori) chiedono chiarimenti sulla predisposizione del piano particolareggiato del centro storico del capoluogo dell’isola. In specifico nel documento (firmato anche da Carlo Sechi, Rifondazione) viene domandato se vi siano «già stati preliminari interlocuzioni» col comune di Cagliari e «quali siano le modalità performative in merito alla riscrittura del Puc della città, in particolare per ciò che riguarda la tempistica e i contenuti per una definizione del piano particolareggiato in discussione» nell’assemblea municipale del capoluogo.
Al di là del linguaggio formale, i consiglieri (di cui Ben Amara, Zedda e Zuncheddu siedono anche nell’assemblea comunale) sostengono che il piano particolareggiato non potrebbe essere redatto in questo momento visto che il Puc del Comune non è ancora stato «adattato» al piano paesaggistico regionale (ppr) vigente. «Infatti - ha spiegato Zedda - si parla di linee di indirizzo e non del piano vero e proprio». Nello stesso tempo, però, tutti sanno che il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci è stato, sino a fine dicembre, assessore alla Finanze di Cagliari, così come ognuno è a conoscenza che il sindaco del capoluogo Emilio Floris si è, di recente, incontrato col presidente della Regione per discutere i problemi della città. In parallelo, poi, è nota l’intenzione di intervenire su alcune parti del ppr da parte del governo dell’isola. Detto tutto questo, sorge il sospetto, ed è questo il senso dell’interpellanza dei consiglieri della sinistra, che «una serie di accordi vi siano già stati, ma se non si portano alla luce del sole - sottolinea Uras - lasciano una scia di sospetti. Noi non siamo contro niente, ovviamente, ma vogliamo che la discussione sul centro storico di Cagliari sia trasparente».
Le «linee di indirizzo» del piano particolareggiato degli antichi rioni si svolgono su due piani. Il primo riguarda i «vuoti urbani», trentacinque aree per un totale di quasi 80mila metri quadrati. Non viene detto esplicitamente quali di queste aree possano essere lottizzate, ma per diverse si parla di necessità di ripresa della continuità del tessuto urbano. La seconda indicazione riguarda l’utilizzo futuro delle strutture dismesse (come l’ex manifattura) e da dismettere come l’ospedale San Giovanni di Dio o il carcere di Buoncammino.
«È in gioco il futuro della nostra storia e identità - spiega Zuncheddu - per questo chiediamo trasparenza e che i luoghi della memoria, come il palazzo Aymerich in Castello, siano salvaguardati. In specifico con un riordino dello spazio crollato ad uso pubblioco e la creazione di un laboratorio per gli studenti di architettura per la struttura ancora in piedi». La qualità del vivere è anche il recupero di questi «vuoti», ha precisato Ben Amara, «senza trasformarli in supermarket, ma facendone spazi verdi per tutti». Un obiettivo, però, che passa per «un dialogo alla luce del sole con tutti gli attori interessati, compresi gli imprenditori e la società civile».