Grana sardista per Massimo Zedda, il Psd’Az punta al terzo assessorato
È una crisi di poltrone, quella che il Psd’Az sta cercando di aprire nel Comune di Cagliari: i Quattro Mori, che guidano già i Lavori pubblici con Gianni Chessa e le Politiche sociali con Ferdinando Sechi, vogliono il terzo assessorato. Per raggiungere l’obiettivo hanno allargato il gruppo consiliare che ha poi disertato le ultime tre sedute dell’Aula, dov’erano in discussione alcune variazioni di bilancio.
Quella che viene fuori dal Municipio non è tuttavia una storia di unità interna nemmeno nel partito sardista. Uno dei motivi che starebbe alla base della rivendicazione, è il fatto che l’assessore Sechi non vuole più prendere ordini direttamente dal Psd’Az, ma segue le indicazioni del sindaco Massimo Zedda. Una linea, queesta, non gradita per nulla a Chessa che ha così mobilitato le truppe sardiste all’interno dell’assemblea civica.
Alle Comunali del 2016, il Psd’Az ha eletto quattro consiglieri: Monia Matta, Gabriella Deidda, Aurelio Lai e Francesco Stara. Al gruppo si è unito Raffaele Bistrussu de La Base e in questi giorni ha aderito anche Roberto Tramaloni del Partito dei Sardi. Matta, Deidda, Lai, Stara e Bistrussu hanno disertato le ultime tre sedute, mentre Tramaloni le ultime due. Le variazioni di bilancio all’ordine del giorno sono comunque passate grazie ai numeri garantiti dal centrodestra “per senso di responsabilità”. Ma è ovvio che l’opposizione si sia trasformata in stampella della maggioranza in via straordinaria, per non bloccare la tutela della domus romana nel corso Vittorio Emanuele e la sistemazione degli arredi urbani nelle vie del centro storico (540mila euro di spesa in totale).
Zedda non è sembrato preoccupato. Nei giorni scorsi a L’Unione Sarda ha dichiarato: “Se ci sono mal di pancia, non posso farci niente. Io non curo mal di pancia, qualcuno se li terrà per mesi e mesi”. E poi ha ammonito: “No alle forzature o tutti a casa”. Una delle caratteristiche politiche del sindaco è proprio quella di reagire con durezza a chi prova a tirarlo per la giacchetta, come nel caso del Psd’Az.
La reazione di Zedda è probabilmente legata anche a questioni numeriche: attualmente nel Consiglio comunale siedono in trentadue, compreso il primo cittadino. Di cui ventidue sono esponenti della maggioranza e dieci dell’opposizione (tra coalizione di centrodestra e i due M5s). Coi sei ‘ribelli’ fuori dal centrosinistra, si arriva alla parità, a quota sedici. A quel punto Zedda, per assicurarsi l’approvazione delle delibere, avrebbe bisogno di un solo voto in più. Questo per dire che il nuovo asse Psd’Az, La Base e Partito dei sardi non è imbattibile.
Quanto ai contrasti interni ai Quattro Mori, contro l’assessore Sechi considerato poco fedele, è già partito l’avviso di sfratto. Chessa, che è il segretario cittadino, vorrebbe al suo posto Roberto Porrà, l’ex dei Riformatori che un anno fa è passato coi sardisti, ma ha mancato l’elezione in Consiglio. La terza poltrona in Giunta verrebbe poi data al Partito dei Sardi, visto che La Base aveva già ottenuto la casella lo scorso giugno con la nomina di Marzia Cillocu al Turismo, sebbene l’assessora sia poi passata nel Campo progressista per un breve periodo, mentre da qualche mese è considerata organica al Pd. (al. car.)