Rassegna Stampa

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Crisi porto canale Cagliari, caso approda in Ministero Cgil chiede incontro con Authority, Comune e

Fonte: web cagliaripad.it
30 novembre 2017

 

Da Ansa News -  29 novembre 2017

 



Porto industriale di Cagliari in crisi e futuro dei lavoratori. Sono stati i temi centrali dell’incontro al Ministero dei Trasporti per affrontare il caso dello scalo del sud Sardegna.

“Ci sono opportunità di rilancio che devono essere immediatamente valorizzate”, avvertono il segretario della Camera del Lavoro Cgil Carmelo Farci e la segretaria Filt Massimiliana Tocco. Il sindacato chiama in causa tutti i soggetti che concorrono alla gestione del porto: Comune, Città metropolitana, Regione e Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna.


E chiede un incontro urgente. Sullo stato delle cose al porto canale di Macchiareddu il sindacato però distingue tra diverse situazioni: “C’è chi punta a sottolineare il calo di traffico per ragioni che niente hanno a che fare con l’interesse collettivo dell’area di Cagliari e dell’intera Sardegna”, hanno detto i sindacalisti Cgil. Sottolineando invece “l’incremento di parti consistenti di attività indispensabili e insostituibili”. Insomma un presente da decifrare per capire bene come intervenire. Focus anche sui lavoratori del porto, da settecento a mille a seconda di esigenze e stagioni. “Si tratta di intervenire sui fattori che rappresentano un freno per lo sviluppo del traffico portuale, ad esempio – sostiene la Cgil – puntando sull’ampliamento e sulla diversificazione delle attività, come la lavorazione delle merci e il packaging, e sviluppando anche altri segmenti produttivi legati al settore industriale e manifatturiero del territorio”.

Secondo il sindacato è necessario investire su attività nuove e specifiche per stare sul mercato: un ragionamento – suggerisce la Cgil- che non può essere slegato da misure di fiscalità agevolata. Al Ministero dei Trasporti si è discusso anche dell’avvio di un’agenzia del lavoro specifica per il settore portuale così come prevede la legge: “Si tratta di un passaggio importante utile a gestire i picchi e le flessioni fisiologiche nel lavoro portuale, una garanzia a tutela delle attività e dei lavoratori coinvolti”.