L'assessore Chessa: «Tuteleremo i più poveri ma agli altri staccheremo luce e acqua» Un tesoro dalle case popolari Otto milioni di affitti mai pagati: il Comune ora batte cassa
Il primo passo sarà una «lettera di cortesia» per invitare i morosi a pagare gli affitti arretrati. Quello successivo, e decisamente meno gentile, sarà lo slaccio di luce e acqua. C'è un tesoro che il Comune non ha mai riscosso: otto milioni di euro di pigioni mai pagate dagli inquilini delle case popolari che ora l'assessore con delega all'Edilizia popolare Gianni Chessa è pronto a incassare. «Abbiamo analizzato il quadro complessivo e siamo pronti ad applicare la legge nazionale che consente di staccare luce e acqua ai decaduti, ovvero a coloro che a causa di una condizione di morosità hanno perso il diritto all'appartamento. Sia chiaro, però, il Comune intende tutelare sempre e comunque le fasce più povere. A essere colpiti saranno quelli che pur percependo un reddito non pagano. È ora di finirla con la cultura del non versare l'affitto».
I DATI La maglia nera spetta agli inquilini delle palazzine di via Castelli, circa 280 famiglie che hanno accumulato un debito complessivo che supera il milione di euro, di cui 530 mila euro da versare direttamente al Comune e altri 475 mila suddivisi in cartelle di Equitalia che nel 2008 ha stretto un accordo con l'amministrazione per riscuotere i debiti dei morosi. «Negli ultimi anni la morosità si è aggravata. Entro novembre incontrerò i vertici dell'Agenzia delle entrate per riunire le pratiche, riprendere in mano la situazione e far sì che gli inquilini abbiano un'unica rateizzazione che renda più facile il pagamento e venga calcolata in base alle reali possibilità», spiega Chessa. Nella tabella che raccoglie i dati in base alle diverse zone della città, spiccano anche i residenti di via Sanna a Pirri che hanno totalizzato un arretrato di 800 mila euro, quelli di via Seruci che superano di poco il mezzo milione di euro, mentre agli abitanti di via Ortigara verrà presentata una cartella da 434.668 euro.
L'OBIETTIVO «Recuperare questi otto milioni è importante perché saranno destinati alla manutenzione degli appartamenti. È essenziale che tutti paghino per garantire condizioni migliori. Quella delle case popolari in alcuni casi è una giungla ma è ora di finirla. Faccio appello al senso civico e morale degli inquilini anche perché stiamo parlando di affitti calcolati in base al reddito. Ci sono alcune famiglie alle quali si chiede di pagare 10 euro al mese, mi sembra ragionevole».
LE REGOLE I canoni per le migliaia di appartamenti di edilizia popolare presenti in città vanno dai 10 ai 240 euro e sono assegnati in base al reddito familiare degli inquilini. Nonostante le tariffe ridotte, però, da anni si accumulano le mensilità non versate. Un debito milionario per il quale il Comune nel 2008 chiese l'intervento di Equitalia: nonostante le cartelle inviate ai morosi restano ancora da esigere 3.324.226 euro. «Chiederò che tutto torni nelle mani dell'amminsitrazione, anche perché per ogni euro incassato c'è un aggio che potrebbe essere risparmiato», continua Chessa. Equitalia a parte, restano altri 4 milioni e 593 mila euro che sono stati accumulati dal 2010 a oggi e che a partire dal 2018 potrebbero entrare nelle casse del Comune. Le prime lettere dell'assessorato potrebbero arrivare già nelle prossime settimane. «Sarà un richiamo a rispettare le regole - insiste l'esponente della Giunta -. Cercheremo di migliorare la comunicazione con gli inquilini, proveremo a essere più vicini alle famiglie per far capire a tutti che pagare quello che è giusto è meglio per tutti».
Mariella Careddu