Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Associazioni di categoria contrarie «Balzello inutile Noi costretti a fare gli esattori»

Fonte: L'Unione Sarda
19 ottobre 2017

Associazioni di categoria contrarie «Balzello inutile
Noi costretti
a fare gli esattori»

Per alcuni sarà anche una panacea, per altri poco più di un'aspirina. Per molti operatori turistici, invece, è più semplicemente «una tassa inutile». La tassa di soggiorno, riservata ai turisti, torna di attualità in Sardegna e mette d'accordo le associazioni di categoria, unite nel fronte del no.
FRONTE DEL NO «Siamo assolutamente contrari», dice Davide Collu, presidente regionale di Federturismo, l'associazione di settore che aderisce a Confindustria. «E lo siamo per tre ragioni molto semplici: se venisse introdotta, infatti, trasformerebbe le strutture ricettive in figure esattoriali per i Comuni, rappresenterebbe un aggravio per i turisti, ma soprattutto non garantirebbe che le strutture ricettive extralberghiere che oggi lavorano in nero non ne approfittino», dice. «Il rischio è di fare un altro regalo a chi attualmente lavora in nero e sottrae ricchezza al settore». Oltre ai problemi di opportunità, Federturismo solleva anche quelli di merito. «Bisognerebbe stabilire chi deve pagare questa tassa, nel senso che oltre ai turisti occorrerebbe valutare che potrebbero trovarsi a pagarla anche i lavoratori trasfertisti».
BUCHE NELLE STRADE No secco anche da parte di AssHotel, l'associazione degli imprenditori d'albergo della Confesercenti. «Siamo contrari perché in tutte le esperienze dove fin qui è stata utilizzata abbiamo visto che i soldi sono stati utilizzati per tappare i buchi di bilancio dei Comuni. Avessero almeno tappato le buche delle strade, avrebbe avuto almeno una ragione d'essere», dice Carlo Amaduzzi, presidente regionale.
TEMPI DI MAGRA La tassa di soggiorno era stata istituita dal governo Berlusconi per migliorare i servizi turistici di paesi e città. Ma in tempi di magra è servita soprattutto ad aggiustare i bilanci o a far fronte a spese di routine. Sottolinea Sandro Salerno, presidente regionale di Assoturismo: «Nel momento in cui i trasferimenti da parte dello Stato e della Regione ai Comuni sono crollati, diventa inevitabile per il turismo poter contare su queste risorse».
L'OBIETTIVO «L'importante però - avverte Salerno - è che la tassa sul turismo sia una tassa di scopo. Significa che neanche un euro deve essere utilizzato per risanare i bilanci dei Comuni. No, quindi, se viene utilizzata per questo; sì, invece, se serve per migliorare l'offerta turistica, i servizi, la capacità ricettiva. Ci sono Comuni, per esempio San Teodoro, che per undici mesi l'anno vivono con tremila persone, poi ad agosto improvvisamente arrivano 70-80.000 persone. Una tassa sul turismo può aiutare a migliorare i servizi». Accanto a chi esprime un sì, ma condizionato, e un no, c'è anche chi dice «forse».
GLI INVESTIMENTI Giuseppe Vacca, presidente regionale di Assocamping, guarda oltre: «Considerato che le risorse devono essere ridistribuite sui servizi del turismo, la tassa può essere utile se applicata in quelle province, come per esempio la Gallura, che investono fortemente in questo settore. Meno comprensibile, invece, in quelle realtà come l'Oristanese o il Sulcis-Iglesiente, dove non c'è supporto al turismo». Per i titolari di campeggi, il problema è anche nel quantum. «Se il posto costa 10 euro al giorno e con la tassa sale a 12 o 13 euro, è evidente che questo potrebbe pure scoraggiare i turisti».
Mauro Madeddu