SABATO, 13 GIUGNO 2009
Pagina 2 - Cagliari
Il caso. I Riformatori hanno lanciato la loro proposta per mettere fine al degrado
L’assessore: «Lavoriamo insieme, altrimenti sarà un incubo»
CAGLIARI.Un’autorità per il Poetto, un organismo, cioè, capace di fare sintesi nella scelta delle soluzioni per risollevare le sorti della spiaggia più amata dai cagliaritani. L’idea è del leader dei Riformatori Massimo Fantola, che l’altra sera nell’incontro “Poetto: ripascimento e poi”, organizzato nella terrazza del Lido dai gruppi consiliari di Provincia e Comune del suo partito, ha lanciata l’idea come una provocazione. In realtà la cosa è talmente seria che la Regione il 29 giugno, ha annunciato il presidente Ugo Cappellacci, ha convocato il primo tavolo istituzionale per discutere sul tema.
Questione spinosa, il Poetto, soprattutto dopo il disastroso ripascimento del 2002, quando la draga Antigoon sputando sul litorale una sabbia nerastra e ghiaiosa, ha cambiato per sempre il volto dell’arenile: dati alla mano, da quella data e sino al 2007 l’erosione marina s’è mangiata 70 metri di profondità, ma della salute del gigante malato non si cura ancora abbastanza nessuno.
‹‹Abbiamo sentito fiumi di parole - dice Massimo Fantola - ma in realtà niente è stato fatto››. Forse anche perché, come ha osservato l’assessore comunale all’Urbanistica, Nanni Campus, ‹‹ormai toccare il Poetto è inquietante. Vuol dire correre dei rischi, anche amministrativi››. Problema inquietante o meno, resta la realtà, peraltro già profetizzata anche dagli studiosi che s’erano occupati del ripascimento: se non saranno trovate delle soluzioni, nel giro di pochi anni sabbia nella spiaggia dei Centomila ce ne sarà poca o niente. Attenzione, però, è l’avvertimento di Massimo Fantola: ‹‹Il Poetto non è solo la spiaggia dei cagliaritani ma è anche un pezzo di città, con i suoi ristoranti, chioschi, bed & breakfast e con il sistema del parco di Molentargius››.
A ogni modo cure se ne potrebbero proporre diverse, all’interno di un ampio ventaglio che va dal pensiero: ‹‹Lasciamo che la natura faccia il suo corso, e non tocchiamo niente››, a quello secondo cui occorrerebbero ‹‹operazioni chirurgiche estreme››. Eccole le soluzioni, dalla più blanda a quella che invece comporterebbe un maggior impatto ambientale (e di soldi): si potrebbe non fare niente, limitandosi a ricostruire le dune che trattengano la sabbia con opere a bordo del litorale; si potrebbe fare un nuovo ripascimento, ma stavolta facendo attenzione a che la sabbia sia quella giusta; insieme a un altro ripascimento si potrebbero costruire, come è stato fatto a Ostia, barriere sommerse, in modo da frenare l’erosione. Questa ha fatto notare Nicola Montaldo, del Dipartimento di ingegneria del territorio, oltre che costosa (ma lo sarebbe anche la penultima dato che ogni metro cubo di sabbia costa 50-60 euro) avrebbe un massiccio impatto ambientale, per cui andrebbe ben ponderata. La questione è delicata, e chiama in causa diverse istituzioni. Da qui l’idea di un’autorità ad hoc, sull’esempio di quella già esistente per il Po. Sarà possibile? Difficile dirlo. Il presidente della Provincia, Graziano Milia, ha definito ‹‹ingenerose›› le critiche al suo predecessore, Sandro Balletto, e ritiene che ‹‹meno classe politica si occupa del progetto, meglio è››. Ad ogni modo una sinergia sembra imprescindibile: ‹‹O tutti insieme - ha detto Nanni Campus - O il sogno rischia di trasformarsi in un incubo››.
Sabrina Zedda