Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La falda di San Benedetto: «Acqua eccezionale»

Fonte: L'Unione Sarda
15 giugno 2009

Dal pozzo del mercato civico continua a sgorgare una risorsa inesauribile 



Un campo coltivato a patate con al centro un antico pozzo artesiano dal quale gli agricoltori attingevano ogni giorno l'acqua. Così si presentava l'area tra via Tiziano e via Cocco Ortu nei primi anni 50. Il mercato civico di San Benedetto ancora non esisteva e quando, nel giugno del '56, iniziarono i lavori di edificazione della nuova struttura, i progettisti scelsero di preservare quell'antico pozzo e di metterlo in sicurezza.
L'UTILITÀ Ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, l'acqua continua a essere attinta ogni giorno dai sotterranei del vecchio civico. Talmente tanta che in teoria si potrebbe addirittura commercializzare o potrebbe essere utilizzata per innaffiare i giardini pubblici di mezza città.
IL DIRIGENTE In pochi sono a conoscenza di questo segreto: «Grazie a quel pozzo - rivela orgoglioso il direttore dei mercati civici Giovanni Musu - la struttura di San Benedetto è autosufficiente dal punto di vista dei consumi idrici. Da quella cisterna preleviamo ogni giorno almeno 10-15 mila litri, ma sono convinto che ne potremmo tirare fuori almeno il doppio senza che il serbatoio si esaurisca». Da dove arriva tutta quest'acqua? «Si tratta di una falda che scorre nel sottosuolo con la forza di un torrente - riprende Musu - scende giù da Castello, passa sotto piazzetta San Rocco (a Villanova) e si deposita in una vasta cavità che sta proprio sotto il nostro mercato».
IL PROBLEMA La stessa cavità che due anni fa creò non pochi imbarazzi all'impresa incaricata di realizzare l'attiguo parcheggio interrato di via Manzoni.
Inizialmente tutta l'acqua attinta veniva trasformata subito in ghiaccio da utilizzare nei singoli box per conservare meglio i pesci e le carni. «Successivamente - riprende Musu - si è deciso di utilizzarla anche per il raffreddamento dei motori delle celle frigorifere e per le pulizie». In teoria potrebbe essere anche bevuta e tra i commercianti del mercato c'è chi lo ha fatto e lo fa tuttora. «Ogni sei mesi - racconta Musu - l'Università (Dipartimento di Sanità pubblica e Igiene degli alimenti) fa prelevare un campione da sottoporre a un'attenta analisi di laboratorio». I risultati sono sorprendenti: si tratterebbe infatti di un'acqua minerale di ottima qualità che potrebbe essere tranquillamente imbottigliata e venduta. Una straordinaria occasione di business che però nessuno in città ha mai colto.
PAOLO LOCHE

13/06/2009