Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Non è un rione per donne Preoccupante impennata di episodi di violenza

Fonte: L'Unione Sarda
4 ottobre 2017

Chi va al lavoro all'alba o finisce tardi la notte corre pericoli concreti

Non è un rione per donne Preoccupante impennata di episodi di violenza
Marina e il centro di Cagliari non sono terra per donne. Da giorni la città assiste a una preoccupante impennata di episodi di violenza - fra risse, scippi e palpeggiamenti - sempre più frequenti nelle zone della movida cittadina. A lanciare l'allarme due associazioni di categoria (Confesercenti e Confartigianato) che non si limitano alla denuncia ma avanzano anche proposte per superare questa emergenza. Nel mirino sono finiti gruppi di extracomunitari che stanno mettendo a rischio attività economiche e l'ordine e la sicurezza pubblica, soprattutto nelle zone di maggior richiamo della vita notturna cagliaritana.
«Una situazione insostenibile», tuona Davide Marcello, presidente provinciale di Confesercenti «causata da continui episodi di micro criminalità spesso neanche denunciati».
IL RACCONTO Come quello di una giovane impiegata in un'agenzia di pulizie. Al pari di lei, tante altre lavoratrici che prendono servizio nelle prime ore del giorno, obbligate a raggiungere il posto di lavoro percorrendo strade semideserte e poco illuminate. «Sono stata colpita alle spalle mentre camminavo fra via Manno e piazza Yenne», racconta una giovane donna protagonista di un episodio di normale violenza quotidiana . «Erano le sei del mattino e non mi sono resa conto di quanto mi stava succedendo tanto è stata fulminea l'azione del mio aggressore». Per fortuna della vittima, è stato provvidenziale il passaggio in quel momento di un taxi che ha fatto desistere il malvivente: vistosi scoperto si è dato precipitosamente alla fuga.
PANICO AL CORSO Da Marina al Corso la situazione non migliora di certo. «Ci sono gruppetti di extra comunitari che seminano il panico tra i nostri clienti», afferma Emanuele Frongia, vice presidente Confesercenti. «Episodi che rischiano di insinuare la sensazione che il centro sia un territorio poco sicuro e, di conseguenza, poco adatto allo sviluppo turistico e imprenditoriale che, invece, la nostra città vuole perseguire».
LASCIATI SOLI Operatori e commercianti si sentono soli e abbandonati. «Dall'ultimo incontro in Prefettura purtroppo la situazione è peggiorata e i messaggi di tranquillità trasmessi purtroppo non corrispondono alla realtà dei fatti». Confesercenti chiede con forza interventi forti e puntuali sia da parte delle forze dell'ordine che dell'amministrazione comunale. «Non è accettabile», conclude Frongia, «che gli imprenditori vengano lasciati soli a fare fronte a situazioni che vanno al di là della loro attività».
CATENA DOLOROSA Quello di Marina Porcheddu, 29 anni ancora da compiere, è solo l'ultimo anello di una catena dolorosa di aggressioni e violenze, vittime le donne. Picchiate, rapinate, spesso violentate, magari in pieno centro città, senza che nessuno abbia mosso un dito contro di loro. Come è stato per la giovane di Budoni, all'alba di lunedì nel largo Carlo Felice.
LAVORI A RISCHIO «A questo tipo di violenza, a quella che si consuma fra le mura domestiche, dobbiamo aggiungere anche le aggressioni sui posti di lavoro, che non si contano più, tanto sono all'ordine del giorno.
«Dirigo un salone assieme a due collaboratrici con le quali, ogni sera, finiamo di lavorare tardi. Tanti clienti continuano a pagare cash e, di conseguenza, abbiamo il serio problema di portare a casa i contanti incassati durante la giornata che, come sappiamo, fanno gola ai malintenzionati. Se al momento non abbiamo subito aggressioni, abbiamo sempre la paura che questo possa capitare e non è giusto vivere con l'incubo di vedersi sottratti i soldi o di finire all'ospedale. La Sardegna è un posto sicuro per vivere e lavorare ma è sempre meglio avere delle strategie difensive in caso di bisogno».
DIFESA PERSONALE È solo una delle tante storie al femminile che ha spinto la Confartigianato a promuovere un corso di difesa personale per le donne lavoratrici. Su 6.000 artigiani iscritti alla associazione di categoria, un terzo (oltre 2.000 tesserate) rappresenta la sua quota rosa . «Non ci siamo inventati nulla», precisa il segretario regionale Stefano Mameli, «ma abbiamo solo recepito quanto già realizzato in altre regioni italiane in tema di sicurezza e prevenzione sul posto di lavoro».
Paolo Matta