Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stato-Regione, dopo Mattarella a fine ottobre arriva Gentiloni

Fonte: L'Unione Sarda
4 ottobre 2017

Previsto a Cagliari il 29: occasione per riaprire la trattativa sul caso Sardegna

Stato-Regione, dopo Mattarella
a fine ottobre arriva Gentiloni 

L'eredità di Mattarella sta tutta in quella promessa, quella possibile intercessione («parlerò con Gentiloni») ipotizzata in risposta alle rivendicazioni di Francesco Pigliaru. E pur avendo tutti massima fiducia nella parola del presidente della Repubblica, si sa che fine hanno fatto tanti impegni altisonanti. Nel febbraio del 2012, per esempio, Giorgio Napolitano a Cagliari e a Sassari disse: «Alzerò la voce per la Sardegna». Ma non è che sia cambiato granché.
Del resto un capo dello Stato non ha poteri esecutivi. Infatti Sergio Mattarella, nella sua visita di lunedì nell'Isola, non ha certo preso impegni che non può mantenere. Si è ritagliato un ruolo di mediatore autorevole, quasi di facilitatore dei rapporti tra Giunta e governo. Ma potrebbe esserci subito l'occasione per verificare se la facilitazione funziona: per domenica 29 ottobre è prevista a Cagliari la presenza del premier Paolo Gentiloni, nell'ambito della settimana sociale dei cattolici.
FACCIA A FACCIA Il presidente del Consiglio dovrebbe partecipare a un dibattito col governatore Pigliaru, e comunque il suo arrivo consentirebbe un confronto privato tra i due. Non si conoscono i dettagli della visita anche perché, in casi simili, un'emergenza può sempre stravolgere l'agenda. Ma fino a ieri i contatti con Palazzo Chigi confermavano l'intenzione del premier di mantenere l'impegno.
Sarebbe il secondo faccia a faccia in terra sarda tra Pigliaru e Gentiloni, dopo quello - informale, però - del 18 febbraio scorso, in occasione della firma dell'accordo di programma per Sant'Avendrace. Il presidente della Regione aveva riproposto il dossier delle vertenze con lo Stato, già discusso con Renzi e con vari ministri. Per riparlarne con Mattarella bastava un copia-e-incolla, ma Pigliaru, nel discorso pubblico a Ghilarza, ha voluto pronunciare un discorso dai toni intensi, non di circostanza.
LEALTÀ Il fulcro delle sue considerazioni è che, dopo gli sforzi della Regione sulle riforme, l'ultimo miglio del percorso verso alcuni risultati concreti si compie solo se lo Stato fa la sua parte. Non se «dà una mano» alla Sardegna: quella sarebbe una logica assistenziale. Il nodo è la tanto citata collaborazione tra diversi livelli di governo. Emblematica la questione dell'insularità: alla Sardegna, per il governatore, serve soprattutto il riconoscimento dell'Ue, per avere più libertà di scelta delle soluzioni sui trasporti. E sul fronte di Bruxelles è decisiva l'azione del governo italiano.
E poi ci sono le trattative su cui la Giunta sembra scontrarsi con un muro di gomma. Come per gli accantonamenti, 700 milioni annui sottratti alla Regione. O le servitù militari: anche se lunedì Pigliaru - ribadita la «sproporzione» del contributo dato dall'Isola - ha annunciato una prossima firma di un primo accordo con la ministra della Difesa Roberta Pinotti.
I contenuti dell'intesa non sono ancora noti, e certo non conterranno tutto ciò che la Giunta ha chiesto in questi anni, visto che lo stesso Pigliaru immagina che la firma «fornirà alcune risposte e aprirà la via ad altre». Ma la notizia conferma che il lavoro sul punto, che mira a un significativo ridimensionamento dei poligoni, non si è fermato: nonostante una certa frustrazione dovuta alle risposte negative delle forze armate.
ATTENTATI Altro tema di cui si è parlato con il capo dello Stato e si riparlerà con Gentiloni: la sicurezza, con riferimento specifico alle intimidazioni contro gli amministratori locali. Il presidente della Regione ricorda di aver incrementato la videosorveglianza in molte zone, ma «troppo spesso i nostri territori interni - ha aggiunto parlando davanti a Mattarella - subiscono un costante arretramento dello Stato, laddove avrebbero bisogno, al contrario, di una maggiore presenza».
L'ANCI L'effetto della visita di Mattarella si misurerà più in là: per ora resta quantomeno la sensazione di un interlocutore capace di ascolto, desideroso di conoscere bene la realtà locale. Eppure, per il presidente dell'Anci Sardegna Emiliano Deiana, il passaggio del capo dello Stato ha trasmesso, non per sua colpa, un senso di scoramento. «Sono stato a Ghilarza», scrive Deiana su Facebook, «la gente continuava nella sua vita, nemmeno l'ombra di una curiosità». Ben altra cosa rispetto all'entusiasmo che l'attuale sindaco di Bortigiadas aveva respirato quando, da bambino, era stato portato in piazza d'Italia a Sassari per vedere Sandro Pertini.
«Ripeto, non è per Mattarella, che non suscita avversità», chiarisce il presidente commentando in serata il suo stesso post .«Con chiunque, al posto suo, sarebbe lo stesso. È la foto della distanza tra istituzioni e gente comune. La solitudine dei cittadini che pensano di essere iperconnessi, iperinformati, ma sono isolati». C'è da ricostruire un vivere comune, fatto anche di partecipazione politica: «Per esempio, sulle scelte importanti, si potrebbero attivare strumenti di consultazione popolare, ma realmente coinvolgenti. È un compito che spetterebbe ai partiti. Che però sembrano impegnati solo a vincere le prossime elezioni».
Giuseppe Meloni