Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il gassificatore? Una bomba»

Fonte: L'Unione Sarda
25 settembre 2017

GIORGINO. I residenti del Villaggio Pescatori affilano le armi contro il mega impianto

 

 

 

Sorgerà a 200 metri dal borgo e a un chilometro dalla città 

 

 

 

Il pacifico Villaggio Pescatori affila le armi e sfida il colosso IsGas, la società che vuole costruire, alle spalle dell'abitato, un rigassificatore da 30mila metri cubi e 80 milioni di euro. Un impianto di stoccaggio e trasformazione del gas liquido in metano, classificato ad alto rischio non certo dai residenti, dalle trentasei famiglie della borgata, ma dalla direttiva Seveso. Ieri, mentre a Giorgino si programmavano le azioni di lotta, il deputato di Unidos Mauro Pili (autore di un'osservazione al Governo) ha riferito dei passi fatti dalla Regione a metà agosto. «Ha chiesto al ministero dell'Ambiente di fermare la procedura per la Valutazione di impatto ambientale del rigassificatore di Giorgino». Tutto vero, scritto nero su bianco sul documento firmato dal direttore generale della Difesa dell'ambiente, Paola Zinzula, e già arrivato sui tavoli romani.
I PASSI La notizia è arrivata a conclusione di un affollato incontro organizzato dal Villaggio per annunciare la nascita del Comitato di lotta contro la centrale industriale, che sorgerà a duecento metri dalle case e un chilometro e mezzo dalla città. Un impianto che il presidente del Comitato di quartiere, Carlo Floris, giudica «una bomba a due passi dalle nostre abitazioni, dalle nostre vite».
I NUMERI Ottantadue milioni, 18 serbatoi dove il gas liquefatto si conserva a temperature bassissime, 9 gruppi di pompaggio, 40 vaporizzatori. È qui che - a detta dei promotori - si confezionerà la materia prima per soddisfare le esigenze energetiche dell'area metropolitana. Ma è qui - secondo i contrari al progetto - che sarà confezionato un altro sconcio, una bomba ad orologeria. «Un progetto già vecchio sul nascere che arriva in ritardo di decenni», hanno spiegato tutti quelli che sono intervenuti (da Claudia Zuncheddu di Sardinia libera a Rosalba Meloni di Cagliari social Forum, da Egidio Addis, un passato da tecnico petrolifero, all'ambientalista Angelo Cremone di Sardegna pulita). Associazioni schierate al fianco del comitato per tentare di bloccare non solo il rigassificatore di Giorgino, ma per coinvolgere le istituzioni «il cui silenzio, a cominciare da quello della giunta cittadina, sa di complicità col piano scellerato e carico di irresponsabilità».
LA VICINANZA Per il geologo Marco Manca, il rigassificatore rappresenta un vero pericolo: «La fase critica è il momento del pompaggio, di carico su navi e autobotti. Siamo vicinissimi al centro abitato, qui si sta pensando esclusivamente agli utili, molto meno alla sicurezza. Ci dicono che questi sono impianti sicuri, lo dicevano anche prima dell'esplosione a Tolosa nel 2001. Quell'impianto funzionava a tre chilometri dall'abitato, questo è praticamente dentro la città».
LA RIVOLTA Il pacifico borgo dei pescatori di Giorgino affila le armi contro il colosso dell'energia. Ma ha già trovato numerosi alleati. In campo il coordinamento dei comitati sardi, Isde-medici per l'ambiente Sardegna, Assotziu Consumadoris Sardigna, Confederazione sindacale sarda, Sardegna Pulita, Italia Nostra. Sono loro a dire no al rigassificatore ma anche alla metanizzazione, considerata obsoleta e inadeguata. «L'arrivo del metano non produrrà gli effetti promessi nella lotta al riscaldamento globale e contribuirà ad accrescere le ricadute negative in ambito sanitario». Intanto il neonato comitato ha già avviato la petizione per bloccare il progetto. «Uno stop che sarebbe dovuto arrivare da subito dai rigidi vincoli Ramsar per Santa Gilla, sistematicamente disattesi».
Andrea Piras