Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Arbusti e non rifiuti», polemica sui fumi tossici

Fonte: L'Unione Sarda
25 settembre 2017

L'ipotesi del direttore di Molentargius è contestata dalla Forestale

 

 

«A bruciare potrebbe essere la vegetazione e non i rifiuti. Se questo venisse confermato, potremmo ipotizzare operazioni di spegnimento con l'acqua, che sarebbero più semplici e meno costose». Il direttore del Parco di Molentargius, Carlo Papoff, durante l'ultima riunione del Centro operativo comunale, ha avanzato un'ipotesi a sorpresa: anziché sotterrare, allagare la discarica del Molentargius, che ormai da giorni sta togliendo il fiato ai quartesi con le sue esalazioni tossiche.
«Abbiamo effettuato una quarantina di scavi su un'area ampia circa un ettaro», ha riferito il direttore, «e in questi punti abbiamo trovato combustione di arbusti vegetali e non di rifiuti. Nel caso, l'allagamento potrebbe essere fatto facendo arrivare un autobotte grossa, che spara l'acqua con un cannone e poi una serie di autobotti più piccole che ricaricano quella grande».
IL PIANO In questo modo gli operatori non dovrebbero stare sul posto e i rischi sarebbero ridotti al minimo, perché, come ha aggiunto il direttore, «l'ambiente è molto difficile sotto il profilo della sicurezza sul lavoro. L'intervento sarebbe comunque subordinato all'acquisizione di certificazioni che attestino che non ci sia la presenza di rifiuti. Per il momento quindi è solo un'ipotesi».
Secondo il direttore provinciale della Forestale, Carlo Masnata, «è escluso che i fumi che si stanno sprigionando derivino solo da materiale vegetale. Queste verifiche empiriche non hanno consentito di rilevare rifiuti, ma abbiamo rilevato pneumatici e altro materiale in superficie, per cui è possibile che le due ipotesi possano coesistere».
Il comandante della stazione forestale di Molentargius, Antonio Zonca, conferma: «Quella che attualmente sta bruciando sembrerebbe vegetazione. L'ipotesi è che la combustione abbia reagito col terreno in presenza di rifiuti. Quindi, bisogna capire quali sono le caratteristiche del terreno. Si potrebbe tentare con l'acqua, appena terminata la pista». E lunedì l'Arpas dovrebbe iniziare le analisi sui fumi della discarica.
LA PREPARAZIONE Intanto già ieri sono stati completati i lavori di realizzazione della pista di avvicinamento al mostro che brucia. In tutto duecento metri, cento dall'ingresso di via Bizet e altri cento fino alla discarica. Dalle sette del mattino, tre articolati e sei motrici sono andati avanti e indietro trasportando la terra per realizzare la stradina. Si va veloci e già entro domani dovrebbe essere completato anche quello che sarà lo spazio di manovra dei mezzi. E ieri i vigili del fuoco hanno iniziato a gettare acqua sul terreno.
IL SINDACO Stefano Delunas ha ribadito che «l'emergenza sanitaria dovuta ai fumi tossici di imprecisata composizione, ma che probabilmente derivano dalla combustione di pneumatici, plastica e altro, dovrebbe rientrare entro sabato 30 settembre. Superata questa fase, dovremmo risolvere il problema della bonifica dell'area interessata da questo inquinamento che è un vero disastro ambientale». Delunas ha inoltre annunciato che si dovrà valutare la situazione delle strutture sanitarie presenti nella fascia dei 500 metri, ovvero la clinica Sant'Elena e gli ambulatori Asl, compreso il centro dialisi.
Giorgia Daga