IL RAPPORTO. L'incremento dei praticanti traina un settore che ha grandi potenzialità
La usano 60mila sardi ma solo 13mila per andare al lavoro In Danimarca il 13% del fatturato turistico arriva dal cicloturismo. In Germania alcune regioni, Munsterland in testa, arrivano al 30%. Un dato simile a quello della città di Bolzano, non a caso la città italiana più tedesca.
La Sardegna, terra baciata dalla natura, per ora dalla bike economy raccoglie solo 20,5 milioni, come certifica uno studio di Legambiente, ma punta ad arrivare agevolmente a 137 milioni, come stima uno studio della facoltà di Ingegneria dell'Università di Cagliari allegato al Piano delle ciclovie regionali, 42 itinerari lunghi tra 2000 e 2700 chilometri finanziati dalla Regione, per ora, con cinque milioni di euro sui 201 necessari.
METÀ DELLE BICI IN GARAGE Secondo lo studio, il 50% dei sardi - poco meno di 830 mila persone - ha una bici in casa ma sono solo 13mila coloro che la usano abitualmente per andare al lavoro, a scuola o all'università, lo 0,8% dei residenti. Il numero sale a 60mila, il 3,5% se si parla di uso costante (almeno una volta alla settimana) per motivi sportivi o ricreativi. E sono oltre 1,1 milioni - secondo lo studio dell'ateneo cagliaritano - i turisti potenziali che potrebbero essere attratti dalle ciclovie della Sardegna.
LA CULTURA DELLA BICI In attesa degli sviluppi c'è una certezza: la cultura della bici è cresciuta e per capirlo basta guardarsi intorno: persone di ogni età popolano le piste ciclabili, i sentieri delle campagne. E non è un caso che i negozi che vendono bici, i produttori e i manutentori si siano moltiplicati da Nord a Sud, così come i servizi di bike sharing, offerti oggi da 15 Comuni. I dati rielaborati dall'osservatorio Confartigianato Sardegna su dati Istat e Sharing Mobility rilevano 60 imprese e 200 addetti che si occupano di bici attraverso fabbricazione, manutenzione e riparazione. «Notiamo con favore che da due anni Regione e Comuni hanno deciso di investire sulla mobilità sostenibile. Questo è un importante segnale di attenzione verso un settore ancora marginale ma di alta specializzazione e in crescita costante», rileva Stefano Marini, segretario regionale dell'organizzazione che rappresenta parte degli artigiani sardi.
BENE GLI ULTIMI 5 ANNI «L'incremento è in atto da 15 anni ma negli ultimi cinque se ne parla di più», spiega Giovanni Pistidda, ex ciclista, negozio e azienda di produzione di bici personalizzate a Quartucciu. «I nuovi clienti sono di tutti i generi: dal ragazzino all'ultrasesessantenne che va in pensione e si compra la bici o gli viene regalata dai colleghi». A crescere maggiormente è stato anche l'uso sportivo della bici e ciò ha favorito la nascita di aziende e associazioni che promuovono l'escursionismo o organizzano gare in Sardegna, nella Penisola o all'estero. Non a caso, rileva Pistidda, «il segmento che cresce di più è quello delle bici personalizzate che costano da 800 euro in su se si tratta di mountain bike e da 2200 euro per le bici da strada».
GRANDI POTENZIALITÀ È un settore ricco di opportunità, come rileva Legambiente che ha creato il Pib, Prodotto interno della bici. Un indicatore che, sulla scia del Pil (Prodotto interno lordo), calcola i benefici del settore sul piano economico, sociale, ambientale, sanitario. «La Sardegna è in coda ma ha enormi margini di crescita sia in termini turistici che di mobilità», rileva Vincenzo Tiana, presidente regionale dell'associazione ambientalista. «Il bike sharing è contemplato ormai nel contesto più generale della mobilità integrata e non è un caso che il servizio cagliaritano sia gestito dal Ctm, l'azienda che gestisce gli autobus del capoluogo. Così come le 42 ciclovie progettate dalla Regione (oggi ci sarà la presentazione ufficiale) saranno gestite dall'Arst, l'azienda che trasporta i sardi che viaggiano in pullman».
«IL TERRITORIO SI ORGANIZZI» A realizzare il piano della Rete regionale degli itinerari ciclabili della Sardegna sono stati gli ingegneri di Arst e Cirem, il Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità diretto da Italo Meloni. «Non si tratta solo di un progetto di rete ciclabile ma un progetto territoriale che vuole favorire un modo diverso di fruire della Sardegna», spiega il docente. «Significa che possiamo fare tutte le infrastrutture che vogliamo, ma occorre che il territorio si organizzi per diffondere economia, cioè offrire ai ciclisti non solo servizi ma anche prodotti locali». Insomma, non si tratta solo di costruire itinerari ma di inventare un prodotto turistico.
Fabio Manca