Di giorno la zona è animata dai bambini della Satta, la scuola più multietnica del capoluogo
Il degrado di piazza del Carmine All'imbrunire è popolata da senza dimora, sbandati e immigrati
In una città dove le piazze sono pezzi pregiati, quella del Carmine - per posizione, storia e impianto architettonico - avrebbe tutte le carte in regola per essere il salotto buono della Cagliari metropolitana ed europea. E invece questa piazza di Stampace basso, a due passi da Palazzo Bacaredda, non riesce ad emanciparsi da un ingiusto destino di emarginazione e decadenza, figliastra incompresa di una Cagliari matrigna che fatica ad accettarla e valorizzarla.
IL DEGRADO Al mattino l'animazione - soprattutto nel periodo scolastico - è data dalle famiglie che accompagnano i bambini alla scuola “Satta” e da chi si reca alle Poste centrali. D'estate qualche partitella a pallone, chi sfreccia con lo skate i più anziani chiacchierano nelle panchine.
COPRIFUOCO «Ma già all'imbrunire», afferma un residente, «scatta il coprifuoco». La piazza si trasforma in locanda e dormitorio pubblico, accogliendo il popolo dei senza dimora, degli sbandati, degli immigrati irregolari. Risse, litigi, quando non aggressioni sono all'ordine del giorno. Il Comune ha di recente installato dei bagni chimici per ovviare allo scempio di vico Malta (trasformato in orinatoio a cielo aperto) ma i problemi restano ancora tanti, aperti e insoluti.
SCUOLA MULTIETNICA Oltre la statua dell'Immacolata (miracolosamente scampata alle bombe del '43), a vegliare sulla piazza è la scuola “Sebastiano Satta”, forte di 160 bambini della materna e altri 360 suddivisi nelle cinque classi della primaria. «Ma la nostra vera ricchezza», afferma la dirigente scolastica Rita Cambuli, «sono i 135 bambini stranieri che accogliamo nel nostro plesso. Indiani, pakistani, cinesi, nordafricani: per loro un progetto di inclusione che parte dalla conoscenza della lingua. Interessante - visto che parliamo di piazza del Carmine - è anche il progetto “Asilo nel bosco”, con le lezioni che si svolgono all'esterno, appunto nella vicina piazza».
LA PARROCCHIA Altra presenza che vigila sulla piazza è la vicina parrocchiale che si sta preparando a celebrare il suo Giubileo. Cinquant'anni fa il santuario dei padri Carmelitani diventava infatti parrocchia a seguito dello smembramento della collegiata stampacina di Sant'Anna: nacquero le parrocchie dell'Annunziata, a metà strada verso Sant'Avendrace e, appunto, quella del Carmine verso Stampace basso. Fra le iniziative che il parroco, padre Nino Mascali, sta studiando con il Consiglio pastorale c'è sicuramente la valorizzazione dell'edificio di culto all'inizio di viale Trieste, a cominciare dai mosaici di Aligi Sassu e da una splendida statua lignea della Madonna del Carmelo risalente all' XI secolo.
IL MERCATINO Oltre le lezioni all'aperto della scuola materna, la piazza ha ospitato - a domeniche alterne - un mercatino di hobbisti e creativi. Il tentativo di rianimare questo angolo cittadino portato avanti anche dall'amministrazione comunale nel periodo natalizio con risultati non sempre confortanti.
LA STORIA Era il foro della Karales romana dove il genio di Gaetano Cima aveva sognato di far nascere una grande piazza porticata. Progetto ripreso a fine '800 dall'avvocato Todde Deplano (che morì nel crollo dell'unico palazzo in costruzione) con una piazza porticata a forma di “U” con una fuga sul viale Trieste sullo stile delle piazze di Torino, capitale d'Italia. Progetto che fallì soprattutto per gli alti costi. Le grandi famiglie della borghesia cagliaritana (Chapelle, Aurbacher, Boscaro) vi edificarono le loro case nobili quindi il grandioso palazzo delle Poste, il Provveditorato delle Opere pubbliche (oggi sede del Tar Sardegna) e - tra il 1889 e il 1904 - il caseggiato della scuola “Satta”.
Paolo Matta