Rassegna Stampa

Il Sardegna

La Sardegna non conquista l'Europa Pd in rimonta, nel Pdl al via i processi

Fonte: Il Sardegna
9 giugno 2009

I risultati. Oltre 115mila voti non servono alla Barracciu e alla Calia, l'ex ministro Berlinguer eletto nel Nord Est

I Democratici guadagnano dieci punti rispetto al resto d'Italia, cresce ancora l'Italia dei Valori

Alessandro Zorco alessandro.zorco@epolis.sm ¦

 Era ampiamente previsto. E il diffuso astensionismo dei sardi delusi dalla politica non ha contribuito certamente a rendere possibile il miracolo. Come succede da una trentina d'anni a questa parte la Sardegna non è riuscita a piazzare neppure un rappresentante al Parlamento europeo. Per la verità un sardo finirà comunque a Strasburgo: si tratta dell'ex ministro Luigi Berlinguer che, eletto nella circoscrizione Nord Est, ha già annunciato che lavorerà in Europa «per rappresentare l’Italia e il territorio del Nord Est». Nell'Isola la sfida tutta rosa tra Francesca Barracciu e Maddalena Calia ha visto vincitrice la candidata del redivivo Partito democratico, che in Sardegna ha guadagnato quasi dieci punti percentuali rispetto alla media italiana, quasi pareggiando il conto con il Pdl. L'ex segretaria del piddì, prima dei non eletti nel suo partito dopo i siculi Rita Borsellino e Rosario Crocetta, è risultata la più votata con 116.935 preferenze e ha superato la Calia, europarlamentare uscente, che ha raggranellato 115.194 voti (è terza non eletta dopo due candidati siciliani). A seguire, l’altro esponente del Pd Bruno Dettori (57.655 voti), il candidato Udc Gian Benedetto Melis (19.833 voti), il rappresentante dell'IdV Giommaria Uggias (17.401 preferenze) e il consigliere regionale e sindaco di Castelsardo Franco Cuccureddu, candidato con La Destra-Mpa-Pensionati, e alleanza di centro con 10.907 voti.
DUNQUE, SEPPURE falsate da un forte astensionismo (ha votato solo il 40 per cento dei sardi in età da seggio), le europee hanno confermato il Pdl come il primo partito della Sardegna, ma hanno ridimensionato il distacco dal Pd: solo 4.250 preferenze in più. Un risultato, quello dei democratici, che spaventa non poco il centrodestra. «La crescita dei partiti di centrosinistra è un campanello di allarme che non deve essere sottovalutato », ha rilevato il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Mario Diana, che sottolinea la necessità di «porsi degli interrogativi sullo stato di salute della coalizione di centrodestra, che nelle ultime settimane non ha dato la migliore immagine di sè». Il parlamentare Bruno Murgia vede le mancate promesse di Berlusconi tra le cause della delusione che ha portato i sardi a snobbare le urne. «Hanno giocato un ruolo fondamentale la perdita del G8 e le promesse mancate sulla Sassari-Olbia, che i sardi hanno percepito proprio male», ha sottolineato il deputato che chiede «più presenza al governo nazionale». La vede invece in maniera positiva il coordinatore regionale del Pdl Mariano Delogu. «Tutto sommato c'è stato un buon risultato dell’opposizione, ma il Pdl ha migliorato il 30% delle regionali. È noto che quando il numero dei votanti è basso il risultato premia le opposizioni. Così può essere spiegata la buona percentuale ottenuta dal Pd e dall’Idv». Dal fronte opposto esulta Mario Bruno, capogruppo del Pd in Consiglio regionale. «Il risultato rappresenta il primo segnale di sfiducia verso la Giunta regionale dopo le troppe promesse non mantenute e l’atteggiamento subalterno nei confronti del governo». Secondo Bruno, il centrosinistra si riafferma come coalizione più forte, mentre per la destra la tendenza negativa emerge dal risultato netto della provincia di Sassari «che più di altre sta soffrendo le conseguenze dell’immobilismo regionale ». Rincara la dose il consigliere Chicco Procu. «I sardi mandano un segnale inequivocabile al centrodestra sardo: non vi crediamo più». La diserzione delle urne è stata salutata con favore dal segretario del Psd'Az Efisio Trincas . «I sardi hanno capito che la legge elettorale italiana, che riunisce in un unico collegio la Sicilia e la Sardegna, non avrebbe permesso ad alcun sardo di essere eletto al Parlamento Europeo». Dello stesso avviso gli indipendentisti Sardigna Natzione e iRs. Esulta invece Federico Palomba, coordinatore dell'IdV che ha ottenuto un 0,8 in più rispetto al già lusinghiero 8,0% della media nazionale (il doppio rispetto alle politiche). «Siamo il terzo partito regionale».


Cappellacci e l'astensione: è il fallimento della politica ¦
¦ «Un risultato non significativo ». Questo il commento del presidente della Regione Ugo Cappellacci a proposito dei risultati delle europee in Sardegna. «E' evidente che di fronte al grande astensionismo il risultato non è soddisfacente. Se gli elettori non sono andati a votare è da attribuire al fallimento della politica. L'astensione record registrata in Sardegna - ha proseguito Cappellacci - non consente a nessun di chiamarsi fuori per scaricare sulla maggioranza di turno la responsabilità del mancato riconoscimento di un diritto che i sardi rivendicano da anni, quello dello scorporo dalla Sicilia, unico modo per avere la certezza di eleggere propri rappresentanti al Parlamento Europeo. Ciò detto, è pretestuoso caricare di significati un’elezione a cui hanno partecipato solo il 40% degli aventi diritto. Il fenomeno richiede una riflessione per cercare di capire e arginare il malessere che attraversa la nostra società»