GIORGINO. Al Villaggio Pescatori la 32ma edizione della Sagra del pesce Fritto misto e pisci a collettu:
per tre giorni è festa nel borgo
Per tre giorni batte forte il cuore della città vecchia, scrigno di storie e tradizioni legate alla sua gente di mare e alle sue pietanze, nobili o, più spesso, modeste e popolane. Il Villaggio Pescatori di Giorgino - a dispetto di una comunità ridotta a una trentina di famiglie - da trentadue anni, al primo sabato di settembre, riesce a catturare migliaia di cagliaritani solo grazie all'odore di sardine e muggini arrostiti nella piazza del piccolo borgo marino.
IL VETERANO Carlo Floris, presidente del comitato organizzatore, della sagra non ha perso neanche un'edizione. Oltre che memoria storica continua a esserne animatore in prima persona. Attorno a lui un piccolo esercito di volontari «senza i quali la manifestazione non sarebbe neanche ipotizzabile». A cominciare dalle donne del borgo alle quali - vera novità di quest'anno - è dedicato il venerdì del villaggio , anteprima dell'avenimento: «Tutti gli uomini saranno ai fornelli, a preparare il fritto misto», dice Floris «e a servire ai tavoli in una serata tutta al femminile».
BORGO BLINDATO Sono attese migliaia di persone per la tre giorni settembrina. Non mancano le difficoltà, da quelle economiche (in parte alleggerite dal contributo comunale) a quelle logistiche, imposte dalla nuova normativa nazionale anti-territorismo. «Ci preoccupa, e non poco», ha detto Carlo Floris alla conferenza stampa di presentazione dell'evento, presente l'assessora comunale alle Attività produttive Marzia Cilloccu, «il blocco della strada di accesso al villaggio per tutti i tre giorni della manifestazione, sia per le conseguenze negative sull'attività dei ristoranti che per la paura che potrebbe insorgere nei cagliaritani decisi a partecipare all'iniziativa». «Da parte del Comune», ha replicato Cilloccu, «la massima collaborazione sia in termini di vigilanza che di supporto per facilitare il parcheggio delle auto negli spiazzi del rione. Fermo restando la presenza della navetta del Ctm che collega il Villaggio con la piazza Stazione».
BURRIDA E PISCI A COLLETTU Il piatto forte sarà naturalmente il pescato («molto più abbondante delle passate edizioni», assicurano gli organizzatori), dal cartoccio di fritto misto («di prima scelta») con patatine, accompagnato da un bicchiere di vermentino, offerto stasera all'esordio della manifestazione, per arrivare al sontuoso menù di domani e domenica sera. «Oltre le grigliate con sardine e muggini, offriremo insalata di mare ma anche un primo di pennette alle cozze e calamari», elenca Carlo Floris. «In più non poteva mancare un piatto cagliaritano come sa burrida» e, novità di quest'anno, una pietanza povera, pisci a collettu , fave secche lessate con l'aglio e condite con olio d'oliva, che nelle tavole più modeste sostituiva il costoso secondo a base di pesce.
MUSICA E CULTURA Dedicato al mare e alla tradizione il programma culturale che andrà ad arricchire la 32ª edizione della Sagra del pesce. Giulia Virdis e Andrea Congia, dell'associazione “Tra parola e musica” ne hanno illustrato il cartellone. Si parte con la serata di oggi interamente dedicata alle donne (le strade del Borgo - particolare non secondario - sono tutte dedicate a figure femminili rilevanti per la storia della città) per proseguire - domani e domenica - con intriganti contaminazioni fra cultura e danza sarda con la musica caraibica, passando dalle pagine più belle della letteratura del mare all'improvvisazione dialettale fino alle storiacce dell'emarginazione e del carcere. «Il tutto», ha detto Andrea Congia, «con l'obiettivo di coinvolgere tutte le generazioni in un momento di autentica festa di paese nel cuore della Cagliari più autentica». Sul palco, oltre la musica dal vivo e l'esibizione di ballerini professionisti, anche le storie di vita raccontate dai pescatori cagliaritani.
IL COMUNE «Giorgino è il mare di Cagliari ed è Sant'Efisio», ha detto l'assessora Marzia Cilloccu, «qui passa il cammino del nostro patrono, quì le tradizioni più genuine di quell'economia che ha fatto grande la nostra città, il suo porto, il suo mare, la sua gente più vera».
Paolo Matta