Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Donne e politica, tutti i numeri dell’esclusione

Fonte: La Nuova Sardegna
8 giugno 2009

SABATO, 06 GIUGNO 2009

Pagina 1 - Cagliari

Una ricerca sulla presenza nelle istituzioni






CAGLIARI. Il comune sardo più rosa? E’ Vallermosa, dove più del 55 per cento degli eletti in consiglio è donna. Magra consolazione per la Sardegna, in cui la presenza del gentil sesso nelle istituzioni è ancora al lumicino, in linea con il resto d’Italia che per la scarsa considerazione delle donne nelle istituzioni si piazza al terzultimo posto in Europa, prima solo di Polonia, Cipro e Malta. L’analisi, impietosa e dettagliata della presenza femminile nei luoghi in cui la democrazia dovrebbe trovare la sua massima espressione, la fa ora la giornalista Rosanna Romano nel suo ultimo libro “Una questione di democrazia”, edito dal Consiglio regionale e presentato ieri nella Camera di commercio in un incontro promosso dalla Fidapa e dall’associazione Socialismo diritti riforme. 311 pagine di statistiche e raffronti, che in maniera lucida e concisa rivelano ciò che in fondo si è sempre saputo, ma che con la forza dei numeri appare forse più crudo e intriso di vergogna: sessant’anni di diritto di voto alle donne non sono bastati per vederle rappresentate come meritano nelle istituzioni. Se da noi la situazione mostra il suo lato peggiore, non si può dire che altrove nel mondo la questione sia migliore: in generale, dicono le statistiche, l’esigua presenza delle donne nelle istituzioni è un dato riscontrabile ovunque. In media nell’intero globo gli incarichi elettivi al femminile si attestano sul 18,3 per cento, la media europea è del 22 per cento, con rare eccezioni ad esempio in Svezia dove le donne nei posti di comando della politica arrivano al 47,27 per cento. Una curiosità: la maggiore presenza femminile nei parlamenti si registra in Burundi, dove le elezioni dell’ottobre scorso hanno portato le donne a ricoprire il 55 per cento dei seggi. ‹‹Si tratta di numeri che ci fanno vergognare - ammette Rosanna Romano - ma nonostante questo si continua a dire che le donne devono partecipare alla politica, che sono più brave››. In che modo però garantire questa partecipazione se, come emerge dall’analisi della Romano, ‹‹quasi tutti sono contrari alle quote rosa, e preferirebbero incentivi per coniugare l’impegno in politica con i figli o la famiglia››? Affidarsi a politici illuminati (si veda l’esempio di Soru e del suo listino tutto femminile, o di Zapatero che ha avviato un percorso improntato alla parità nel suo governo) sarebbe rischioso, avverte Rosanna Romano. Forse, è l’idea di Angela Quaquero, vicepresidente della provincia di Cagliari, e di Mariella Pilo, già presidente della commissione Diritti civili in Consiglio regionale, bisognerebbe che le donne fossero meno litigiose e imparassero dagli uomini a essere compatte nei momenti decisivi, nonostante fratture apparentemente insanabili. Maria Grazia Caligaris, fondatrice dell’associazione Socialismo diritti riforme, invita invece alla mobilitazione ‹‹Costituzione alla mano››.