Edilizia. Iniziativa legislativa di 86 parlamentari Pdl, in testa Mauro Pili: volumetrie a chi installa fonti rinnovabili
Più cubature fino al 35 per cento non solo a villette ma anche a resort, palazzi e interi rioni
Potrebbe essere ribattezzata “legge del cemento verde”. Volumetrie elargite in maniera ampia e democratica per costringere costruttori di resort e proprietari di case a trasformare le dimore energivore (2.300 euro di bolletta l'anno per un appartamento da 150 metri quadri) in consumatrici oculate adeguate alle classi energetiche più basse. E generosamente ampliate di un 20, 30, 35 per cento. Il masterplan è sempre il Piano casa voluto da Silvio Berlusconi come toppa alla crisi economica. Il braccio legislativo, invece, parte dalla Sardegna, con una proposta di legge sottoscritta da 86 parlamentari del Pdl, in testa l'iglesiente Mauro Pili. Dopo aver combattuto a lungo fino a chiedere un referendum contro il Piano paesaggistico di Renato Soru, Pili ora rilancia: 20, 30, 35 per cento di cemento in più non solo per le villette mono o bifamiliari, ma a tutti gli edifici con determinate caratteristiche che però abbiano l'aspirazione a diventare “verdi”. A trasformarsi da generatori di emissioni Co2 (artefice per il 50 per cento dell'effetto serra) in volano per realizzare un grande «Cantiere Italia». Dopo tutta la confusione fatta dal presidente del Consiglio sulle volumetrie da elargire - con la prima bozza di piano girato alla stampa e poi sostituito da uno più soft - la corazzata sarda del Pdl (Settimo Nizzi, Bruno Murgia, Paolo vella, Carmelo Porcu e Piero Testoni) ha «rotto gli indugi » scavalcando il limite delle villette imposto da Berlusconi. L'obiettivo della proposta, hanno scritto in un articolato comunicato stampa, è quello di «riqualificare il patrimonio edilizio del paese attraverso interventi di nuove costruzioni, ricostruzioni, ristrutturazioni e ampliamenti che sappiano coniugare qualità ambientale e risparmio energetico». Come a dire, cemento sì, a volontà, ma solo se “ecologicamente corretto”. Allegato alla proposta depositata al servizio legislativo del la Camera il 15 maggio, un voluminoso dossier con i dati che annunciano il miracolo del calcestruzzo. «Se si verificasse l’opzione zero - recita ancora la nota stampa - quella peggiore, ovvero nemmeno una richiesta aggiuntiva di concessioni rispe tto allo scorso anno, si avrebbe un investimento relativo a tutte le possibili iniziative adottabili, di 128 miliardi di euro in 24 mesi e oltre 750 mila nuovi occupati per due anni». In Sardegna la prospettiva ventilata è delle dimensioni di una «Fiananziaria regionale», «fermi restando i limiti per i centri storici e le coste imposti dal Codice Urbani», spiega Pili. Partendo dall'assunto che il 95 per cento delle costruzioni nell'Isola sono lontane anni luce dalle nuove tecnologie applicate alle fonti rinnovabili, la proposta legislativa mira a garantire cubature in proporzione al livello delle performance energetiche. Insomma, più cemento ai palazzi che usano fotovoltaico, solare termodinamico o forse anche eolico. Che siano villette singole, progetti di riqualificazione di interi quartieri (meglio se in zone disagiate) oppure interventi edilizi già pianificati dai comuni ma ancora all'anno zero dal punto di vista dell'impianto ambientale. E questo, in ogni fase della realizzazione: a partire dalla costruzione fino alla manutenzione. Ai proprietari di economostri disposti a cancellare i propri scempi, un vero e proprio regalo: bonus di cubature da distribuire in luoghi più consoni. Ma pur sempre regolati a motore verde. «La proposta può essere emendata al piano casa, se dovesse essere approvata sotto forma di decreto - ipotizza Pili - oppure andare per la sua strada, con un passaggio imminente in Commissione Infrastrutture, territorio e ambiente alla Camera».