Rassegna Stampa

web Vistanet Cagliari

C’è chi dice no. Il Cagliari Social Forum contro il G7 Trasporti

Fonte: web Vistanet Cagliari
20 giugno 2017

C’è chi dice no. Il Cagliari Social Forum contro il G7 Trasporti
  
 



Il summit dei ministri dei trasporti dei sette Paesi più industrializzati, in programma a Cagliari mercoledì e giovedì, porterà con sé un prologo di proteste. Così come accade in ogni occasione in cui i potenti della Terra si danno appuntamento, il summit di Cagliari non farà eccezione.

La manifestazione è in programma domani sera (ore 18.30), quando il Cagliari Social Forum dà appuntamento in Piazza Garibaldi per protestare contro «un organismo antidemocratico e si arroga il diritto di decidere della vita presente e futura degli abitanti della terra». Il tema del summit, secondo quanto riportato dalla nota degli organizzatori della protesta- suona quasi come una provocazione. Parlare di trasporti in Sardegna significa toccare un nervo scoperto. La mobilità è uno dei maggiori crucci dell’Isola, e quando se ne parla non è possibile non pensare ai disagi legati al tema dei collegamenti. Continuità territoriale, collegamenti interni e con la Penisola, sono da anni tasti dolenti per gli abitanti: «Una beffa crudele per noi sardi che non abbiamo reale e dignitosa continuità territoriale con il resto d’Italia e nemmeno con le isole minori -precisa la nota – A La Maddalena, mentre si chiudono reparti ospedalieri indispensabili per la sopravvivenza degli abitanti,si tagliano le corse dei traghetti che collegano l’isola. Tutto ( per loro) deve essere funzionale ad un rientro economico, anche la vita dei malati, delle partorienti e la nascita dei bambini».

Il Cagliari Social Forum denuncia le condizioni arretrate anche del trasporto ferroviario e di quello su strada: «In Sardegna non c’è una rete di collegamento ferroviario,  se si esclude in parte la linea Cagliari-Sassari. Per il resto non vengono neanche garantite le corse quotidiane per i pendolari. I trasporti ferrati interni sono totalmente inesistenti.Le strade principali di comunicazione, 130, 131, 554,etc. sono diventate pericolosissime e sono un cantiere perenne».



Insomma, anche se non siamo ai livelli di protesta dei primi anni duemila (vedi G8 di Genova), il malcontento verso questo genere di incontri internazionali fra i potenti è ancora vivo.