Rassegna Stampa

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Palazzo Accardo all'asta: "Ora Caffè Svizzero rischia lo sfratto"

Fonte: web Castedduonline.it
1 giugno 2017

 

Autore: Ennio Neri il 31/05/2017 16:30

 


Il Caffè Svizzero che rischia lo sfratto. E poi l’amministrazione che perde un gioiello e lo vende a un privato. E poi c’è il prezzo che per qualcuno è troppo basso. Sono alcune delle critiche dell’opposizione alla decisione dell’amministrazione: quella che accende la luce verde all'asta di Palazzo Accardo, l’immobile di pregio all’angolo tra largo Carlo Felice e via Crispi  (le offerte dovranno pervenire entro le 11 del 3 agosto 2017).

Il palazzo sarà venduto con base d’asta a partire da 2 milioni e 700 mila euro. L’edificio è composto da 2 negozi (Caffè Svizzero e Signoriello), 7 appartamenti, 1 attico e 1 soppalco.

Alessandro Sorgia, consigliere comunale del Gruppo misto ha illustrato i calcoli effettuati dalla Camera di Commercio nel 2007: 3 abitazioni al primo piano (una da 132 mq del valore di 520 mila 563 euro, un’altra da 30 mq da 118 mila 309 euro e un’altra da 164 mq e 646 mila 760 euro di valore), due al secondo piano (169,50 mq e 668 mila 450 euro il primo e 146,90 mq e 579 mila 32 euro di valore il secondo) e due al terzo piano (171,82 mq per un valore di 677.560 il primo e 147,10 mq e 520 mila 563 euro il secondo).

C’è poi l’attico da 46,65 mq (183 mila e 972 euro) e il soppalco (64,79 mq per 97 mila 500 euro di valore). Il Caffè Svizzero (142 mq) ha un valore di 560 mila euro e il Negozio Signoriello (112,50 mq) vale 450 mila euro. 

Dalla somma di tutti i valori sulle valutazioni della Camera di Commercio si arriva ad un totale di 5 milioni e 23 mila euro. Sorgia ha evidenziato la “disparità che esiste tra la base d’asta ed il valore di mercato (quasi il doppio)” chiedendo, tenendo conto del valore di pregio dell’immobile, la concessione pluriennale al posto della vendita”.

Di sicuro le condizioni dell’immobile negli ultimi dieci anni (il primo piano è avvolto da una pensilina parasassi che protegge i passanti dai cedimenti della facciata e dei cornicioni) sono peggiorate. Il sindaco Zedda in aula ha parlato anche della complessità di un project financing (sul modello di quanto sta accadendo per lo stadio Sant’Elia, con un privato che si accolla i lavori di restauro in cambio di una gestione di lunga durata) e ha sottolineato le difficoltà (e i costi) legate al restauro e alla gestione dell’edificio.

“Ok il palazzo è da risistemare”, ha dichiarato Pierluigi Mannino, #Cagliari16, “ma se l’immobile è in queste condizioni è perché nel 2011 l’amministrazione non ha mantenuto le promesse. In base alle dichiarazioni programmatiche l’edificio era incedibile e andava restituito alla collettività. L’ideale sarebbe darlo in concessione salvaguardando anche gli attuali affittuari, mantenendo un canone congruo. Ora c’è il rischio che arrivi un privato e mandi via gli attuali gestori del bar”.