Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Precari, occupata la sala matrimoni

Fonte: La Nuova Sardegna
29 maggio 2009

VENERDÌ, 29 MAGGIO 2009

Pagina 2 - Cagliari



Uno ha minacciato di buttarsi dal palazzo: chiedono di lavorare



Gli ex lavoratori socialmente utili «Vogliamo vivere»

CAGLIARI. Erano una ventina, barricati nella sala dei matrimoni del Comune: sono i precari del Municipio impiegati, a suo tempo, nei lavori socialmente utili. E oggi senza lavoro. Uno di loro, Enrico Bernarsi, è uscito nel poggiolo, a titolo dimostrativo e ha minacciato di buttarsi qualora non fosse arrivato qualcuno con cui parlare. E sul posto è poi giunto il vice sindaco Maurizio Onorato. Loro, i precari, chiedono di incontrare anche il prefetto e il presidente della Regione.
La protesta è iniziata ieri sera ed è terminata verso le 21. «Il problema - spiega Claudio Cugusi, consigliere comunale del Pd - è che non ci sono più i requisiti della finanziaria nazionale del 2007 e del 2008, che ha permesso la regolarizzazione dei precedenti precari». Allora che fare? «La questione - continua - è che c’è una questione di tipo morale. Molti lavoratori, che per anni e anni, hanno operato all’interno dei lavori socialmente utili, ora si trovano a spasso e senza niente. Complessivamente sono una trentina». Quelli che ieri sera hanno occupato la sala matrimoni erano una ventina. «Sino ad ora - precisa Cugusi - l’amministrazione ha cercato di venire incontro a queste persone e alle loro famiglie anche coi servizi sociali, ma bisogna andare oltre». Il gruppo del Pd del consiglio comunale porterà il problema all’attenzione del sindaco. «Come Pd abbiamo proposto che queste persone vengano integrate nella Multiservizi, la società di proprietà muncipale: vi sono tante cose da fare in città e questi lavoratori potrebbero essere impiegati benissimo in qualcosa di utile».
Nei prossimi giorni questi lavoraori saranno ricevuti anche dal prefetto. «La precarietà del lavoro - è intervenuto Luciano Uras, consigliere regionale di Sinistra e libertà - determina la precarietà delle condizioni di vita dei lavoratori, di coloro che vivono con angoscia il susseguirsi di periodi di non lavoro a brevi momenti di occupazione. L’inadeguatezza del reddito è terribile». Per questi motivi Uras chiede al presidente della Regione e all’assessore degli Enti locali «di avviare con ogni urgenza le procedure di trasferimento delle risorse del fondo unico e delle altre stanziate per il lavoro in capo ai Comuni».