Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nuovo Sant'Elia, la partita si riapre

Fonte: L'Unione Sarda
29 maggio 2009

Stadio. Il sindaco: «Chiudiamo col passato, disponibili a trattare». Il presidente: «Siamo in ritardo, servono soluzioni»

Segnali di pace tra Emilio Floris e Massimo Cellino

Floris disponibile a incontrare il patron rossoblù. Per Cellino c'è il rischio che venga varata una legge che imponga il trasferimento degli stadi alle società, con ristrutturazione a carico dei privati.
Improvviso, come il caldo scoppiato in tarda primavera, sembra ripartire il dialogo tra Comune e Cagliari calcio sulla questione nuovo stadio. Con il sindaco Emilio Floris che pare disposto a mettere una pietra sopra alle polemiche del passato e il presidente Massimo Cellino a sua volta deciso a chiudere una telenovela che si trascina da anni.
IL COMUNE Alla vigilia della conclusione della stagione calcistica, il primo cittadino ha certamente voglia di superare le accuse di immobilismo che gli sono state da più parti indirizzate sull'argomento stadio: «Si tratta di rilievi che non condivido ma che ho già scordato, visto che questa è una vicenda di interesse pubblico e non certo personale - chiarisce - la città ha diritto ad avere un nuovo stadio, più moderno e funzionale. E posso anche dire di condividere la linea espressa dal precedente e dall'attuale Governo in materia di trasferimento della proprietà dagli enti pubblici alle società private».
INTERESSE PUBBLICO Sulla vicenda Floris si è documentato anche nel corso del suo recente viaggio a Barcellona: «Non potevo e non posso certo scordarmi che si tratta di un bene che appartiene alla collettività - aggiunge - ma sono disposto a confrontarmi già da domani con la società Cagliari calcio per trovare una soluzione che sia percorribile, con soddisfazione di tutte le parti interessate. Noi vogliamo che la squadra continui a portare alto il nome della città e dell'intera Sardegna. E, proprio perché questa realtà è un patrimonio di tutti i sardi, ci auguriamo che anche altri attori possano contribuire a rendere più facile e veloce il varo di un nuovo progetto. Sarebbe auspicabile una struttura aperta tutti i giorni e non solo una volta ogni 15». Parole e toni nuovi, dopo anni di incomprensioni e liti a distanza. Che siano anche maturi i tempi per un disgelo da celebrare nel corso di un vertice a quattr'occhi con il presidente? «Non ci sono problemi di sorta - conclude il sindaco - dobbiamo ricordarci sempre di rappresentare entrambi un interesse collettivo».
IL PRESIDENTE E anche il patron della società rossoblù, reduce da una sfibrante riunione in Lega, a Milano, usa toni più concilianti: «Vorrei chiarire che questa vicenda non è mai stata personale, tra me e il sindaco - dice Massimo Cellino - io parlo nell'esclusivo interesse della società e dei suoi tifosi, come credo che Floris agisca per il bene dei cittadini di Cagliari. Io rispondo ai tifosi e ai miei azionisti, lui alla gente e al Consiglio comunale».
TEMPO DI DIALOGO Sotterrata l'ascia di guerra nei confronti del nemico degli ultimi mesi, il presidente non recede però di un millimetro dai propositi sempre espressi: «Come far ripartire il dialogo? - si chiede - per esempio confezionando una risposta all'istanza che ho presentato un anno fa e che giace in uno dei cassetti del Comune. Anche se questo ritardo ha già causato danni economici enormi». E il massimo dirigente rossoblù li snocciola uno ad uno: «Dall'ottobre 2008 è diventata legge una disposizione europea che impone un'asta continentale per la cessione del diritto di superficie - racconta - e dunque tutta la procedura diventerà farraginosa. Senza scordare di quanto siano cambiate le condizioni economiche, molto meno appetibili per qualsiasi investitore».
L'IPOTESI DI LEGGE Ma la variabile vera è quella collegata alle disposizioni di legge che il Parlamento potrebbe varare subito dopo la pausa estiva: «L'ipotesi prevalente è che si imponga ai Comuni di dismettere gli stadi oggi di loro proprietà - rivela Cellino - con l'obbligo per i privati di procedere alla ristrutturazione a loro carico. Se così fosse il Cagliari calcio farà con responsabilità la sua parte, anche se per noi questo rappresenterebbe certamente un danno economico rispetto alla soluzione che avevamo precedentemente prospettato. Ma, ripeto, non mi tirerei indietro. Perché per me rimettere a posto lo stadio è più importante che acquistare un giocatore per rinforzare la squadra. Avere una certezza del genere potrebbe regalarci una tranquillità e una dimensione importante nel futuro del calcio italiano».
ANTHONY MURONI

29/05/2009