STAMPACE. La benedizione dei buoi: “S'amigu” e “Pagu fidau” tireranno il cocchio
Processione solenne per la liberazione dai francesi nel 1793
Per le strade del centro storico di una città ancora assonnata e semideserta, al mattino di pasquetta passa una storica processione. Una sorta di chiusura di quelle, imponenti e drammatiche, della Settimana santa appena conclusa.
IL VOTO DEL 1793 Sono trascorsi 224 anni da quando, sotto le cannonate della flotta dell'ammiraglio Truguet, Cagliari stava per capitolare - e non solo politicamente - alla potenza francese. L'arcivescovo Filippo Melano pose l'intera isola sotto la protezione di Sant'Efisio: un'improvvisa burrasca di libeccio fece naufragare l'impresa scongiurando il sacco della città. Da allora, ogni Lunedì di Pasqua, la bella statua del Lonis viene portata in processione solenne fino alla Cattedrale per la celebrazione di una messa votiva di ringraziamento.
IL CORTEO VOTIVO Alle otto in punto le campane di Sant'Efisio avvertono che il Santo sta lasciando la sua chiesa di Stampace. Un piccolo gruppo di fedeli lo scorta nella sua salita verso il Castello. Di rito la sosta, a metà cammino, dalle Monache Cappuccine prima dello strappo finale fino al Duomo. Il Santo viene collocato ai piedi dell'altare maggiore, quindi ha inizio la messa, presente un rappresentante del Capitolo metropolitano.
I BUOI Si chiamano S'amigu e Pagu fidau i buoi che, il primo maggio, accompagneranno Sant'Efisio per le strade di Cagliari, inizio del suo pellegrinaggio verso Nora. Damiano Etzi è componente della famiglia di Sarroch che mette a disposizione il giogo: «Il primo maggio fino alla corte di Giorgino, poi ancora il 2 da Sarroch fino a Villa San Pietro e, il 4, al rientro, ancora da Villa San Pietro fino a Villa d'Orri».
TRE GIOGHI Pellegrinaggio che non ha eguali nel Mediterraneo cristiano per durata (quattro giorni, tre notti), lunghezza (un centinaio di chilometri fra andata e ritorno) e numero di partecipanti, il viaggio di Sant'Efisio richiede alternanza e turni di riposo anche per i buoi che conducono il cocchio del Santo. «Oltre a quello della nostra famiglia», prosegue Damiano Etzi «si alternano i buoi di altre due famiglie, che fanno parte dell'Arciconfraternita: i Satta di Domusnovas e i Cabras di Monserrato».
I COLLATERALI Al termine della benedizione dei buoi, aspersi con l'acqua santa sotto un beneaugurante lancio di petali di fiori, ancora un breve rito all'interno della chiesa, fresca di lavori (“ancora da completare”, precisa un anziano confratello). Un lungo, caloroso applauso saluta la nomina dei due confratelli collaterali , vere e proprie guardie del corpo del Santo per tutti i giorni della festa, sempre a lato del cocchio o della statua, quando questa viene esposta nelle varie tappe del viaggio.
ESORDIENTE Per Stefano Dessì, stampacino doc, è un esordio assoluto. «Emozione indescrivibile, oltre che un grandissimo onore», riesce a dire sopraffatto dagli abbracci dei suoi confratelli. Angelo Mocci è invece alla sua seconda esperienza. Nominati direttamente dal presidente e primo guardiano, Francesco Cacciuto, e dal sacrista maggiore Andrea Angei, i due angeli custodi di Sant'Efisio dovranno vigilare sulla sicurezza della statua ma, allo stesso tempo, venire incontro alle richieste senza numero dei fedeli desiderosi di avvicinarsi alla statua del protettori poderosu .
TERZO GUARDIANO Con la processione di pasquetta a Stampace è già Sant'Efisio. Il 25 aprile il passaggio del Gonfalone al Terzo Guardiano eletto (Fabrizio Pau), il 29 la vestizione del Santo e il 30 l'ornamento con l'oro e gli ex voto dei fedeli, quindi la sua intronizzazione.
Paolo Matta