Emanuele Concas
“Commissariare il Comune di Cagliari”: è questa la richiesta presentata dal Comitato ‘Rumore No Grazie’ al Presidente della Giunta regionale della Sardegna, Francesco Pigliaru per la mancata adozione dei Piani di Risanamento Acustico dei quartieri cittadini di Is Mirrionis, Santa Gilla Sant’Avendrace, CEP, Quartiere Europeo, Genneruxi, Bonaria, Pirri. “L’inerzia del Comune richiede alla Regione un rapido esercizio dei poteri sostitutivi a tutela della salute e della vita delle persone e dell’ambiente: come previsto dalla Legge 447/1995 sull’inquinamento acustico”, dice il presidente Enrico Marras.
Quello che emerge dal Piano Acustico Comunale è che “i sette quartieri richiamati si trovano nella stessa condizione di ‘emergenza sanitaria’ di Stampace e Marina, come riconosciuto dalla stessa Regione con i rilevamenti fonometrici. Con l’aggravante che gli abitanti non sono mai stati informati dal Comune delle conseguenze che possono derivare dalla condizione in cui vivono e del fatto che ‘il rumore uccide ed è causa di malattie gravi e invalidanti’, secondo quanto deciso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”. I limiti di rumore notturno (22,00-06,00) in emissione, “invalicabili per il rispetto dovuto alla salute e alla vita delle persone sono, a seconda dei quartieri, 45 e 50 decibel. Per avere un elemento di paragone basta considerare che una persona che parla in luogo pubblico seduto a consumare a un tavolo raggiunge di norma 65 decibel”.
Anni di rilevamenti fonometrici ad opera di soggetti diversi, pubblici e privati, “conducono allo stesso risultato: Cagliari è una città gravemente inquinata per le inadempienze dei suoi amministratori.
Quello che è certo è che occorre intervenire con rapidità e urgenza ponendo il diritto costituzionale alla salute e alla vita e la tutela dell’ambiente al di sopra di ogni altro diritto, compreso quello della libertà d’impresa, come prescritto dalle sentenze della Corte Costituzionale , da Direttiva Cee 12 dicembre 2006, n.123, recepita con Decreto legislativo del 26 marzo 2010”.
Il Comitato ha rimarcato al Presidente della Regione “che l’esercizio dei poteri sostitutivi è un atto dovuto e non omissibile in quanto correlato alla tutela di primari diritti costituzionali”. Ora, il Comitato attende un’azione rapida e tempestiva dalla Regione e auspica “che il Comune, messo di fronte alle sue gravi inadempienze dalla stessa Regione, provveda agli obblighi di legge a cui è tenuto, cioè all’attuazione dei Piani Risanamento Acustico”. Questo eviterebbe il commissario. Così come è avvenuto, dopo l’intervento del “Comitato”, per i quartieri di Marina e Stampace, per la cui vicenda ha avuto modo di apprezzare l’impegno e il buon lavoro dell’Assessorato Regionale dell’Ambiente.
Il Comitato ha anche reso noto al Presidente Pigliaru che “il disastroso inquinamento acustico ambientale è la tragica conseguenza del fatto che il Comune di Cagliari non ha mai applicato il Piano Acustico e ha sempre autorizzato le attività di mescita e ristorazione all’aperto, fonte primaria d’inquinamento, in palese violazione della normativa sanitaria di merito. Attività per le quali non è mai stata richiesta la Valutazione d’Impatto Acustico Ambientale. Se il “Piano” fosse stato applicato non sarebbe stato necessario invocare onerosi Piani di Risanamento a spese dei contribuenti. Consentire di inquinare per poi risanare è una prassi deleteria per le persone, per l’ambiente e per le finanze pubbliche”,conclude Marras.