Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La Pinacoteca nazionale cerca casa

Fonte: La Nuova Sardegna
20 maggio 2009

MERCOLEDÌ, 20 MAGGIO 2009

Pagina 1 - Cagliari

di Alessandra Sallemi



«Bello il contenitore ma ormai inadatto per posizione e servizi resi al pubblico»



Lucia Arbace soprintendente da un anno ai beni storici e artistici lancia un appello

CAGLIARI. E’ venuta in Sardegna un anno fa, va visitato le strutture alle dipendenze della soprintendenza ai beni storico-artistici ed etnografici che doveva dirigere e una decisione l’ha presa subito: sistemare altrove la pinacoteca nazionale di Cagliari. Lucia Arbace ha giudicato il «contenitore» tanto bello quanto inadatto. Ha cercato una soluzione di mezzo, che si è rivelata poco fattibile, allora ha lavorato di relazioni esterne lanciando al Comune una richiesta di ospitalità. Andrà dal sindaco di nuovo la prossima settimana. E’ una corsa contro il tempo: per trovare una sede deve farcela entro agosto.
La soprintendenza, infatti, ha nella disponibilità i fondi per riorganizzare i servizi al pubblico della pinacoteca: per rimediare, insomma, alla mancanza di comfort in cui il visitatore viene inspiegabilmente costretto. E non si sta parlando di chissà cosa, ma dei bagni innanzitutto. Se non si cambia sede, la pinacoteca deve garantire almeno la toilette a portata di necessità del visitatore senza rinviarlo ai bagni della soprintendenza accanto. Ospitalità mai negata, ma non esattamente comoda per chi deve correre da una parte all’altra. Ecco perché già con la precedente amministrazione era stato chiesto un finanziamento: che è arrivato e che, per la continuità amministrativa, in assenza di una decisione diversa motivata (come un eventuale trasferimento), i soldi con la destinazione «pinacoteca di Cagliari» vanno impegnati entro agosto e la gara d’appalto avviata a settembre.
Poi c’è il resto. Lucia Arbace ha ritenuto necessario ragionare su un trasferimento, e non l’ha fatto in solitudine, perché la pinacoteca così com’è sistemata ha proprio una serie di difetti che contribuiscono non poco a tenere lontani i visitatori. «Intanto non è facilmente raggiungibile - spiega la soprintendente - la pinacoteca nazionale è arroccata nella cittadella. I crocieristi, per fare un esempio, non ci arrivano mai, manca il tempo: raggiungono il duomo e girano lì attorno. Ma anche per gli stessi cagliaritani non è agevole. All’inizio avevo pensato di far costruire un ascensore panoramico esterni che arrivasse fin su alla pinacoteca partendo dal piazzale della polizia in viale Buoncammino, ma l’amministrazione della polizia non è ancora riuscita a sgombrare i magazzi, il dialogo tra istituzioni non sempre è veloce. Mi sono rivolta al Comune, avevo messo gli occhi sul Palazzo di città, ma c’era il progetto in fase già avanzata per accogliere la collezione Ingrao sulla quale ci sono clausole di esposizione molto precise. Avevo anche proposto una coabitazione, il Comune non si è mai negato e l’ha presa in considerazione, ma ci siamo resi conto che gli spazi non c’erano. Il dialogo col Comune procede bene, devo incontrare gli amministratori la prossima settimana, la proposta di spostare la pinacoteca nazionale non li ha trovati insensibili, ora bisogna vedere dove. E’ possibile che saltino fuori altri luoghi. Intanto - continua la dottoressa Arbace - ho presentato una richiesta anche al Demanio perché ci conceda un altro edificio dove allestire la pinacoteca e magari ricavare la sede della soprintendenza, adesso in via Battisti, in coabitazione un po’ stretta con la soprintendenza ai beni architettonici». Arbace un sogno ce l’ha: aprire a Cagliari, in centro, una struttura come l’ex convento gesuita Canopoleno di Sassari, 4 mila metri quadri di spazi storici con tanti luoghi per accogliere i visitatori con tutte le loro esigenze di consultazione, di studio, di contemplazione della bellezza e, naturalmente, con gli uffici della soprintendenza. Tornando coi piedi per terra: a Cagliari una soluzione del genere va inventata. Ma trova consensi: la soprintendenza ai beni archeologici è schierata con la sorella ai beni storico-artistici perché, se la pinacoteca nazionale si sposta, il museo archeologico ha già previsto di espandersi, c’è persino un collegamento interno pronto. Sul tavolo Lucia Arbace ha una pubblicazione dell’università di Cagliari datata 1979 sulla cittadella dei musei progettata negli anni Cinquanta da Piero Gazzola e Libero Cecchini, al primo dei quali Verona ha dedicato un convegno di studio nel centenario della nascita (1908-2008): «Il contenitore architettonico - commenta la soprintendente - è di grande interesse. Ma è rimasto in parte inespresso col museo etnografico mai aperto (i locali tra l’archeologico e la pinacoteca) e la pinacoteca che ci ha messo 13 anni per essere inaugurata, nel 1993 l’impianto di illuminazione era ultramoderno e tecnologicamente avanzato (un allagamento nella precedente sistemazione in piazza Indipendenza aveva sensibilizzato i gestori sulla sicurezza delle opere esposte), adesso ha bisogno di essere rifatto e anche il tipo di allestimento va rivisitato. Ai retabli andrebbe concessa una migliore sistemazione per gli spazi e per la luce. Inoltre la pinacoteca andrebbe dotata dei supporti didattici, anche questi necessari - conclude - per aumentare il richiamo della struttura».