Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ecomobilità, brusco crollo

Fonte: L'Unione Sarda
21 febbraio 2017

LE STATISTICHE. Colpa del bike sharing fermo e delle poche auto pubbliche elettriche

 

Cagliari passa dal 10° al 29° posto della classifica nazionale

 

Se fosse una classifica calcistica ci sarebbe da preoccuparsi. L'indagine sulla mobilità sostenibile elaborata da Euromobility fa scivolare Cagliari nella parte destra della graduatoria, dal 10° al 29° posto, delle 50 città più importanti d'Italia. Nessuna retrocessione ma una caduta verticale che macchia le dichiarazioni programmatiche del sindaco Massimo Zedda e il biglietto da visita del capoluogo della Sardegna che si prepara a ospitare il 21 e 22 giugno il G7 dei Trasporti con i ministri di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Usa.
Se Cagliari non ride, Sassari piange. Gli specialisti dell' Osservatorio mobilità sostenibile in Italia la collocano sempre nella parte bassa della graduatoria, alla 45ª posizione (una in meno rispetto allo scorso anno).
LA RETROCESSIONE Milano conquista la prima posizione aggiudicandosi così il titolo di città più eco-mobile d'Italia. Vince non solo perché capitale della cosiddetta sharing mobility ma anche perché favorita dalla politica dei parcheggi, di scambio e a pagamento, da una elevata offerta di trasporto pubblico, da un contenuto indice di motorizzazione e una elevata percentuale di veicoli a basso impatto ma anche da una bassa mortalità sulle strade. Tutti aspetti che il Comune di Cagliari nel 2015 (anno cui fa riferimento l'indagine patrocinata dal ministero dell'Ambiente) ha evidentemente trascurato. Sembra un paradosso, ma il punto negativo di una città che ultimamente ha puntato molto sulle piste ciclabili è il bike sharing. Dal 2014 il servizio di noleggio delle biciclette è interrotto: «Occorrono più coraggio e convinzione». Altro dato con segno meno.
L'INDAGINE Il gruppo di lavoro composto da Valerio Piras, Federico Cambiaso e Cristiano Zarelli ha elaborato il decimo rapporto delle città alla ricerca di una mobilità più sostenibile. Cagliari, come detto, ha tirato il freno a mano più per meriti altrui che per demerito proprio. Il capoluogo risulta nelle ultime posizioni nella classifica delle auto a basso impatto con Udine, Aosta e Trieste. Stesso discorso per i motocicli. Il sole e il clima mite consentono l'uso delle moto praticamente tutti i giorni dell'anno, eppure in città ci sono poco meno di due ruote ogni 100 abitanti. Ben al di sotto degli oltre 13 motocicli su 100 abitanti della media nazionale. Il punto forte della classifica restano i trasporti pubblici. La città si piazza al terzo posto (dopo Milano e Venezia) nella graduatoria dell'offerta posti-km/abitante. Nelle zone a traffico limitato nuovo segno negativo rispetto all'anno precedente: è in 14ª posizione (3 in meno) con 5 mq ad abitante. Il colpo di scena è nelle aree pedonali urbane: Cagliari è prima con oltre 1,2 mq ad abitante. A far aumentare la graduatoria l'apertura del lungomare Poetto (che però è ztl). «Zedda sindaco delle piste ciclabili», era lo sfottò elettorale. Non corrisponde al vero: la città è al 20° posto con 2 km ogni 10.000 abitanti.
L'ASSESSORA Luisa Anna Marras, assessora alla Mobilità e vicesindaca, racconta di un «quadro con luci e ombre». E ammette le responsabilità: «Abbiamo registrato un punto di arresto ma siamo certi di recuperare già da quest'anno». L'assessora analizza i punti critici: «Il blocco del bike sharing è la causa principale della graduatoria. Rimedieremo presto: la gara è stata bandita e presto il servizio potrebbe ripartire». L'osservatorio contesta anche i pochi mezzi elettrici comunali: «La classifica non è esatta, abbiamo tre furgoni elettrici e alcune auto della Polizia municipale. Inoltre offriamo incentivi per l'acquisto di auto ibride elettriche». Occorrono più coraggio e convinzione: «Sì, dobbiamo avere il coraggio di fare certe scelte».
L'ANALISI Francesco Sechi è un ingegnere trasportista. «Il dato di Euromobility non dev'essere letto come un peggioramento della mobilità sostenibile a Cagliari ma semplicemente il risultato di interventi inefficaci in un quadro dove altre città corrono di più. Cagliari - aggiunge Sechi - paga l'approccio con il quale affronta un tema complesso come quello della mobilità, non crede nella pianificazione e nei piani della mobilità sostenibile, colpevolizza troppo i comportamenti dei cittadini anziché comprenderne le necessità e riflettere sugli errori urbanistici, realizza un mix di interventi con effetti discordanti, alcuni finalizzati a promuovere alternative all'uso dell'autovettura privata, altri in favore dell'utilizzo dell'auto, con il risultato che nulla cambia». Dove sono localizzati gli errori? «Se da un lato si realizzano spezzoni di corsie preferenziali, dall'altro lato si smantellano i semafori intelligenti per gli autobus e si opta per le rotatorie, o si realizzano opere, come la rampa di via dei Valenzani, figlie di una vecchia concezione finalizzata alla fluidificazione delle autovetture private».
Andrea Artizzu