Rassegna Stampa

Il Sardegna

La sfida di Brunetta agli ultimi fannulloni

Fonte: Il Sardegna
14 maggio 2009

Il punto di Marco Cobianchi

La riforma della pubblica amministrazione ha davvero del rivoluzionario. Ma per un aspetto che non è stato ancora considerato. Il ministro Renato Brunetta ha deciso di permettere ai cittadini, almeno così è scritto nella bozza di riforma che verrà portata all’approvazione del Consiglio dei ministri, di promuovere delle “class action” (azioni collettive) nel caso in cui la pubblica amministrazione non risponda con efficacia e efficienza alle loro richieste. Significa che se un ufficio ritarda a consegnare un certificato, lo posso denunciare o posso mettermi insieme ad altri utenti, andare da un avvocato e denunciarlo tutti insieme. Quindi siamo di fronte, per la prima volta, ad un datore di lavoro che permette ai clienti dei propri “prodotti” di denunciare i propri dipendenti. Per di più, nel caso in cui perdesse la causa, sarebbe lui a pagare, non i dipendenti. Bisogna ammettere che c’è qualcosa di prometeico in tutto questo: ovvero l’idea (nel caso di Brunetta la certezza, come tutte le sue idee) che sarà la pressione dei clienti dei suoi servizi, ovvero dei cittadini, a migliorare le prestazioni della macchina pubblica. Proprio attraverso lo strumento della class action. Tutto questo potrebbe portare ad un inasprimento dei rapporti tra il datore di lavoro (lo Stato) e i suoi dipendenti (gli statali). Il primo, infatti deve riuscire a far lavorare di più e meglio i secondi se vuole evitare di essere denunciato. Il rischio di essere trascinato in tribunale e pagare con soldi pubblici i disservizi Brunetta intende evitarlo con l’introduzione di una massiccia dose di meritocrazia in modo che chi è bravo a far lavorare gli altri fa carriera e viene pagato di più. Nella “tempesta perfetta” immaginata da Brunetta per la Pa manca un soggetto: il sindacato, che il ministro ha più volte dimostrato di tenere in scarsa considerazione ritenendolo più una palla al piede che un interlocutore obbligato. Se il sindacato si mette di traverso è assolutamente in grado di inceppare il meccanismo. Le avvisaglie non promettono nulla di buono: le prime critiche, infatti, si concentrano sul “come” è stata decisa la riforma ma nascondo una forte irritazione per il “cosa”. Sarà una bella sfida: se Brunetta vince lo Stato risparmia e funziona meglio. Ma se Brunetta perde sarà stato inventato un modo fantastico per permettere agli italiani di arrivare a fine mese: andare in giro per gli uffici pubblici a denunciare i dipendenti che non lavorano.