Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un tappeto di cozze in spiaggia

Fonte: L'Unione Sarda
26 gennaio 2017

SANTA GILLA. Filari distrutti, un anno di lavoro in malora, gravi danni alle barche del consorzio

 

Quintali di mitili trasportati sull'arenile del Villaggio Pescatori 

 

«Tutto alla malora». Un anno di lavoro, i soldi investiti per comprare le semenze, gli impianti danneggiati. A terra e in mare.
È stato uno tsunami quello che si è abbattuto sulla laguna, cancellando in un attimo gli allevamenti delle cozze gestiti dalle cooperative o da singoli pescatori che fanno capo al Consorzio ittico Santa Gilla. L'onda scaraventata sin dentro lo stagno dallo scirocco ha letteralmente spostato i long line , i filari sui quali pendono le calze di rete cariche di mitili. Le cozze di taglia pronte per essere immesse sul mercato ma anche quelle che ancora dovevano crescere. A subire i danni maggiori gli impianti esterni al ponte della 195 che attraversa il canale spalmatore della laguna.
LE OSTRICHE Franco Masala, storico presidente della coop “Lo Squalo”, allevatore di cozze e ostriche, non ha neppure più voglia di raccontare i danni subiti mentre guarda i suoi trenta ettari di filari. «Ho perso tutto, per capirlo bisogna vedere cosa c'è sott'acqua; anzi, cosa non c'è più». Nei giorni scorsi, quando l'annuncio della mareggiata faceva prevedere il peggio, ha scaricato le calze delle ostriche per mettere i frutti di mare al sicuro nelle vasche a terra. «Almeno queste le ho salvate», dice Masala, che ricorda a memoria la sua storia personale dei disastri e dei danni subiti nel 2005 e nel 2008.
IL DISASTRO La sua produzione di mitili è finita altrove, sparsa nel fondale della laguna. Oppure sulla costa. Come sulla spiaggia del Villaggio pescatori, interamente ricoperta da milioni di cozze finite a due passi dal ristorante-stabilimento balneare “Non solo Mare” i cui proprietari lavorano da giorni senza sosta per sistemare l'arenile invaso anche da spazzatura e «tantissima plastica». Esattamente come sta avvenendo nel vicino ristorante “Lo Zenit”. Mentre il resto della spiaggia è una discarica della differenziata della plastica.
LA CONTA Al Consorzio ittico si fa la conta dei danni. Molti pescatori, dopo aver recuperato le barche affondate dalla violenza delle onde, stanno ora mettendo mano a chiglie e fiancate lesionate. Diverse hanno subito danni gravissimi dopo essere state trascinate sul basso fondo e sulle pietre della riva, altre dovranno essere ripulite per poter tornare a navigare sulle acque dello stagno.
«Diversi colleghi - spiega il presidente del Consorzio, Emanuele Orsatti - hanno anche perso i filari delle cozze, le calze cariche di mitili sono ingarbugliate e bisognerà lavorare parecchio per rimetterle a posto. In altri casi la violenza della sciroccata le ha strappate portandosi via i mitili, l'intera produzione di un anno di lavoro. Purtroppo la mareggiata è stata violentissima, così impetuosa da infilarsi sin dentro la laguna e non risparmiando neppure i filari più interni».
Non tutte le coop hanno avuto guai seri. «Fortunatamente - spiega un giovane pescatore - i miei impianti sono stati risparmiati perché in qualche modo protetti dai filari degli altri pescatori che purtroppo dovranno fare i conti con grosse perdite». Sul campo di battaglia è finito anche un magazzino degli attrezzi, smontato dall'uragano e diversi pontili in legno per l'attracco dei natanti.
LA VERIFICA «Non è ancora possibile quantificare l'entità dei danni - dice Orsatti - ogni pescatore sta verificando ancora le perdite ma è certo che in alcuni casi i danni provocati da questa eccezionale sciroccata sono stati davvero consistenti. Dovremo anche valutare le conseguenze sulla copertura dello stabulario che in alcuni punti è stata divelta. Le verifica definitiva spetta comunque all'Argea».
Andrea Piras