Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Antonioni, emozioni in musica

Fonte: La Nuova Sardegna
11 maggio 2009

LUNEDÌ, 11 MAGGIO 2009

Pagina 22 - Cultura e Spettacoli



A Cagliari eseguita in prima assoluta «Gli occhi che si fermano»



Una composizione originale del maestro abruzzese, tra i più apprezzati in Italia

GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. Giunge quasi al termine la Stagione concertistica del Lirico che verrà suggellata il 4 giugno con il recital (fuori abbonamento) di Maurizio Pollini, appuntamento attesissimo all’insegna di Johann Sebastian Bach e del suo «Clavicembalo ben temperato, Libro Iº», col quale si chiuderà anche la nona edizione del Festival di Sant’Efisio. Intanto, venerdì e sabato, il cartellone ha visto in programma una nuova composizione di Francesco Antonioni, «Gli occhi che si fermano», eseguita in prima assoluta e commissionatagli dallo stesso Teatro Lirico di Cagliari.
Antonioni (nato a Teramo nel 1971), ben noto agli ascoltatori del terzo canale RadioRai come uno dei conduttori per la trasmissione Radio3 Suite, inizia presto la sua carriera di compositore, perfezionandosi con Azio Corghi all’Accademia nazionale di Santa Cecilia e con Julian Anderson presso il Royal College of Music di Londra. Molti, sono in realtà i maestri da cui eredita le sue qualità creative. Per esempio, Hans Werner Henze (del quale fu assistente per tre anni), George Benjamin, Thomas Adès, Luciano Berio, nonché la generazione dei post-minimalisti americani. Da ciascuno di loro, Antonioni trae diversi insegnamenti e ne realizza un compendio fresco e originale, una sintesi discretamente innovativa che ha portato il Times a parlare di un «delicato controllo del suono e del movimento» e di un autentico «rigore della scrittura». Questo è difatti ciò che troviamo ne «Gli occhi che si fermano». Un’attenzione scrupolosa per i dettagli, un’ispirazione che nasce dall’intimo e stretto rapporto col quotidiano, e che di conseguenza deriva da esperienze o circostanze di tipo extramusicale.
«Per me è importante che la musica non sia qualcosa di separato dal mondo di tutti i giorni» afferma lui stesso. Così avviene nel suo nuovo lavoro, prendendo spunto dalla lettura del romanzo di Javier Marìas, «Il tuo volto domani», e facendo allusione in particolare ad alcuni dei temi portanti, sviluppati magistralmente dallo scrittore madrileno: il dubbio, il pensiero, lo sguardo sulle cose, la capacità di analisi, di riflettere e di vedere oltre l’apparenza. Bisogna saper “vedere oltre” pure con l’orecchio: è questo sostanzialmente l’invito di Antonioni, che gioca su strutture sonore ambivalenti, costrutti tutto sommato di semplice fattura, ma che si prestano nel risultato a complesse ed interessanti interpretazioni, permettendo così di porsi in molteplici prospettive d’ascolto.
Sul podio c’era Marko Letonja, direttore sloveno già ospite del Lirico in altre occasioni. Dopo il brano di Antonioni, è stato eseguito anche il famoso «Concerto n.2 in si minore, per violino e orchestra» (detto “La campanella”) di Niccolò Paganini, con la solista giapponese Sayaka Shoji, non sempre pulitissima nei passaggi più acrobatici, specie nel 1º tempo, ma, nell’insieme, trascinante e solida con l’indubbio virtuosismo della sua tecnica. Molto buona infine l’esecuzione di «Egmont» op.84 di Beethoven, ovvero, le musiche di scena per l’omonima tragedia di Goethe, che ha visto protagonisti il soprano Doriana Milazzo e la voce recitante dell’attore palermitano Claudio Gioè, volto abbastanza noto del piccolo e grande schermo.