Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Luigi Tontoranelli: «Le piace Baker?»

Fonte: L'Unione Sarda
19 gennaio 2017

SU IL SIPARIO. Da domani alle 19, per tre serate, in scena al Teatro Massimo di Cagliari

 

 

 

P iacere, Chet Baker. Al Teatro Massimo di Cagliari, domani alle 19 e dopodomani alle 18 (con una replica straordinaria il 22 alle 17) omaggio al sommo trombettista americano nato in Oklahoma nel 1926 da un padre chitarrista. Studi alla Glendale Junior High School, per il futuro esponente del cool jazz che nel 1946 si arruolò nell'esercito, fu inviato a Berlino e immediatamente inserito nella banda della 298esima Armata. Congedato, tornò negli USA e suonò con Musso e Getz, con i quartetti di Charlie Parker e Gerry Mulligam. Gli piaceva l'Europa, in special modo la liberale Olanda che non aveva leggi troppo restrittive riguardo ai narcotici. In Italia incise dischi con Franco Cerri, Fausto Papetti, Luca Flores. Con Piero Umiliani compose una parte della colonna sonora del film di Nanni Loy “Audace colpo dei soliti ignoti”. Convisse con l'eroina e morì nel 1988 cadendo da una finestra del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam.
A impersonare l'artista geniale e dannato, Luigi Tontoranelli, apprezzato attore dai molti registri diplomato a Roma all'Accademia Nazionale d'arte Drammatica Silvio D'Amico e di casa in Sardegna.
In quale maniera lei farà rivivere Chet Baker?
«Lo racconto, semplicemente. Non m'immedesimo in lui, non mi aggrappo ai dati biografici. Faccio finta di fargli un'intervista. Io non lo conoscevo, lo confesso. Un giorno ho sentito la sua voce alla radio e sono rimasto colpito perché assomiglia alla mia. Sfuggente, senza timbro definito, velata».
Lo spettacolo consiste di parole e note. In quali percentuali ?
«Metà e metà. Non leggo gli spartiti, canto perché mi piace. Ci metto cuore e passione e per fortuna sono accompagnato dal pianoforte di Salvatore Spano e dalla tromba di Giovanni Sanna Passino».
Com'è nato il concerto ?
«Da una mia idea. L'ho proposta ed è stata subito accettata da Sardegna Teatro. La mia vita e quella di Chet Baker hanno parecchi punti in comune. Anche a me hanno spaccato i denti, quando ero ragazzo. Certo, io non mi drogo. Lui invece è stato dominato dall'eroina, finì anche in carcere a Lucca perché era stato trovato svenuto per terra, con l'ago infilato nel braccio. Negli ultimi tempi si bucava nelle dita dei piedi, non aveva più vene. Era il più grande trombettista del mondo. È stato capace di risollevarsi, dopo un periodo oscuro che l'aveva ridotto a lavorare in una pompa di benzina. Dizzy Gillespie lo trovò lì e gli procurò i soldi per farsi fare una dentiera».
Alessandra Menesini