SANT'ELIA. La maggioranza è pronta a difendere la scelta davanti al Consiglio comunale
Arena Grandi Eventi: l'opposizione chiede il dibattito in Aula
Grandi eventi, almeno nel nome, molte spese e pochi incassi per il Comune. Almeno secondo i dati dell'opposizione in Consiglio comunale. Al centro delle polemiche in Municipio c'è l'Arena Sant'Elia, unico spazio all'aperto che può ospitare musica e spettacoli. Pensata e realizzata per la prima volta nel 2012 - assessora alla Cultura era Enrica Puggioni -, la struttura è costata 1.775.813 euro per cinque stagioni: alla voce spese ci sono l'allestimento, le manutenzioni, la custodia e le direzioni dei vari lavori. Nella colonna degli introiti, sotto forma di canoni di concessione per i vari eventi finiti nelle casse pubbliche nello stesso periodo, compare una cifra molto più bassa: 97.899 euro. Un buco enorme, secondo l'opposizione di palazzo Bacaredda.
A scartabellare i bilanci e raccogliere in un dossier tutte le somme è stato Pierluigi Mannino, rappresentante della minoranza con la lista #Cagliari16. Che attacca: «È inaccettabile che i soldi di tutti vengano sperperati in maniera improduttiva». Sono pronti a difendere lo spazio in riva al mare, numeri forse diversi alla mano, il presidente di Sel della commissione Cultura, Alessio Alias, e l'assessore Paolo Frau: «Ma sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti dell'Assemblea», spiega il consigliere eletto nel partito del sindaco Massimo Zedda, «affrontare il tema prima della discussione in aula». Oggi l'Arena Sant'Elia è il principale argomento all'ordine del giorno, dopo che il dibattito è slittato dalla settimana scorsa.
L'idea di mettere su le tribune amovibili - e un'ampio piazzale di cemento - in via Vespucci, sul lungomare del quartiere, è della fine del 2011. In città mancano gli spazi per gli spettacoli all'aperto dopo che, con Massimo Zedda appena eletto, è arrivata la decisione di smontare le “legnaia” dell'Anfiteatro romano. L'idea di sfruttare la Fiera viene scartata. Nasce l'Arena Sant'Elia, inaugurata l'estate successiva. La struttura è modulare e le schede tecniche del Comune spiegano che l'allestimento “standard a cura e spese dell'amministrazione” può garantire, a seconda delle esigenze dell'organizzatore dell'evento, una capienza di 3.710 spettatori o 4.999. Ma si può arrivare fino a 10.000.
La prima grossa spesa, stando alla ricostruzione del dossier di Mannino, viene registrata nell'anno del primo allestimento, che costa 665.747 euro. Gli incassi dall'affitto, per quel 2012, secondo le tabelle di #Cagliari16 ammontano a 14.399 eiro. In Comune si è deciso di tenere bassi i canoni - 2.057 euro al giorno - per cercare di attrarre più spettacoli possibile: è l'anno di Elio e le Storie tese, Vinicio Capossela e J-Ax. Nel 2013 l'allestimento costa 202.285 euro, il Comune ne ricava poco meno di 29 mila. Le uscite aumentano l'anno dopo - 285.179 euro - con introiti per circa 14 mila. Nel 2015 il rapporto è di 274 mila euro in entrata e 16.592 in uscita. Divario che aumenta nell'ultima stagione: spese per 348 mila e un incasso di 23.643.
Questo, almeno, risulta dalla ricerca nelle voci di bilancio effettuata dall'esponente dell'opposizione: «Si parla spesso di trasparenza», spiega, «ma il più delle volte è un'opaca trasparenza, utilizzata per nascondere cose ben più importanti dei redditi degli eletti. Il cittadino ha il diritto di sapere dall'amministrazione come vengono spesi i suoi soldi ed è per questo che abbiamo richiesto un dibattito pubblico sull'Arena». Mannino sa che sulla cultura bisogna investire. Ma fa un'obiezione: «Posso capire che in certe circostanze il corrispettivo per l'affitto sia fisso. Ma è inconcepibile che in altri casi, come per i concerti di forte richiamo, non sia prevista una parte aggiuntiva in percentuale sugli incassi. Più si incassa da una buona gestione», conclude, «meno si deve chiedere ai cittadini».
Enrico Fresu