Rassegna Stampa

Il Sardegna

Comuni italiani su Internet ma i servizi sono ancora pochi

Fonte: Il Sardegna
8 maggio 2009

Anci. Il 99,9% delle amministrazioni è on line, ma la cultura del web è lontana I

Il coordinatore di Cittalia: siamo in una fase distallo, serve un ulteriore sforzo
Secondo i più recenti dati Istat, il 99,9% dei Comuni italiani è connesso a internet, mentre il 98,5% è anche dotato di posta elettronica. Nonostante questo, le pubbliche amministrazioni municipali sono ancora ben lontane dall’applicazione di una vera cultura del web 2.0, che consenta al cittadino di usufruire on-line dei principali servizi offerti. Lo dicono i numeri, e ne è convinto Paolo Testa, coordinatore management e innovazione di Cittalia, la fondazione dell’Anci dedicata agli studi e alle ricerche.
ALLA VIGILIA del Forum della P.A., a Roma dall’11 al 14 maggio, Testa spiega: «Sono moltissimi i Comuni che erogano alcuni servizi interamente on line. Ma questi servizi sono poc h i , esempre gli stessi: pagamento delle multe e dei tributi, acquisizione di informazioni. Ci troviamo nel classico stallo». Secondo l’esponente di Cittalia «si tratta innanzitutto di una questione culturale: sono ancora numerosi i processi che richiedono conservazione e archiviazione tradizionale, ma altrettanti sono quelli dove queste vengono scelte dagli operatori per inerzia e mancanza di coraggio». Esaminando in modo più approfondito i dati Istat, infatti, risulta ad esempio che solo il 9,4% dei Comuni è attrezzato per consentire a cittadini e imprese i pagamenti on-line. Inoltre, della quasi totalità dei Comuni connessi a internet, solo il 58,9% utilizza la banda larga, e comunque i dipendenti con accesso alla rete sono il 61,9%. Per rendere più efficienti i processi interni, poi, secondo Testa serve un ulteriore sforzo per la diffusione della posta elettronica certificata (Pec). Si tratta di uno strumento che permette di dare a un messaggio di posta elettronica, lo stesso valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno tradizionale. L’effetto immediato è quello di snellire notevolmente le procedure della pubblica amministrazione. Ebbene, secondo i dati di Cittalia, questo strumento è utilizzato solo dal 29% dei Comuni. Anche se nelle municipalità più grandi questa percentuale è maggiore, «direi che ancora è troppo poco - afferma Testa - soprattutto per il fatto che la Pec è il classico caso nel quale è sufficiente un anello debole per invalidare l’intero processo: se un solo ufficio lungo l’articolato iter amministrativo della pratica non la possiede, la Pec non può essere utilizzata». Serve rendere più efficienti gli investimenti: «Molte azioni, anche dei precedenti governi - ammonisce Testa - sono andate proprio nella direzione di aggregare i bisogni dei Comuni piccoli, ma i risultati sono ancora insoddisfacenti. In alcuni territori, poi, sono stati fatti interventi sulle infrastrutture, ma si sono sviluppati servizi a scarso valore per cittadini e imprese, servizi che non rispondono ai loro reali bisogni».¦