Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Uefa a Udine fa infuriare il sindaco

Fonte: L'Unione Sarda
8 maggio 2009

Il Cagliari, vista l'indisponibilità del Sant'Elia, ha scelto il Friuli per le partite europee

Cellino: «Scelta obbligata». Floris: «Dispetto a tutta la città»

Il primo cittadino stupito dall'annuncio: «Non lo sapevo, ora potrei far rimuovere le tribune Innocenti».
Sul fronte del nuovo stadio non arriva nessuna schiarita? E il Cagliari sceglie Udine come sede delle eventuali partite interne di Europa League (la manifestazione che prenderà il posto dell'attuale Coppa Uefa), facendo infuriare il sindaco Emilio Floris. Nel frattempo il comitato ristretto individuato dalla commissione Pubblica istruzione e Cultura del Senato ha terminato il lavoro di unificazione dei tre disegni di legge in materia di nuovi impianti sportivi, introducendo interessanti novità a proposito dei rapporti tra enti pubblici proprietari delle attuali strutture e società di calcio.
LA LEGGE Meccanismi che porterebbero a facilitare, e in un certo senso a “imporre”, la cessione del diritto di superficie (naturalmente dietro il pagamento di una somma concordata tra le parti secondo parametri individuati a livello nazionale) ai soggetti che hanno le carte in regola per partecipare a un campionato nazionale e chiedano di essere messi in condizione di rilevare una struttura già esistente o al limite un'area per l'edificazione di un nuovo impianto.
EUROPA LEAGUE Nei giorni scorsi la società rossoblù ha perfezionato con l'Uefa le pratiche per l'ottenimento della licenza europea, cautelandosi in caso di qualificazione alla manifestazione cadetta rispetto alla Champions. E per ottenere il via libera, stante le condizioni dell'attuale Sant'Elia (giudicato non a norma in Europa ma regolarmente omologata dalla Figc per le partite casalinghe del campionato italiano), la società ha scelto il Friuli di Udine come sede per le sue gare interne. «È stato un atto in un certo senso obbligato - racconta il presidente Massimo Cellino - visto che il regolamento del nuovo torneo è particolarmente severo in caso di rinuncia. Noi, anche se arrivare alla qualificazione è diventato proibitivo dopo la sconfitta di Palermo, non avremmo potuto giocare al Sant'Elia e dunque avremmo rischiato l'esclusione. A preoccuparmi non era tanto questo, quanto le sanzioni accessorie che l'Uefa ha previsto in caso di rinuncia: la squalifica per tre anni dalle competizioni internazionali e una multa di cinque milioni di euro».
LA NOVITÀ Da qui la trattativa chiusa a tempo di record con il Comune di Udine e con la società di proprietà del patron Pozzo. «Avevamo già avuto contatti analoghi con il Parma, che non erano andati a buon fine perché il presidente Ghirardi, essendo la sua squadra in serie B, non aveva fatto omologare lo stadio Tardini - ricorda Cellino - andare a giocare a Udine sarebbe comunque una sconfitta. Non avrebbe senso vivere un'avventura europea giocando sempre in trasferta e la squadra ne ha risentito anche nelle ultime settimane. Ma a questo ci ha portato l'immobilismo del Comune di Cagliari, che non ci ha consentito di procedere alla demolizione del Sant'Elia e alla riedificazione di uno stadio funzionale e moderno».
COMUNE La replica, un po' stupita, del sindaco Emilio Floris arriva a stretto giro di posta: «Si tratta dell'ennesimo atto incomprensibile - dice il primo cittadino - apprendo della decisione di scegliere Udine esclusivamente dalla stampa e questo mi amareggia. Ma se qualcuno pensa di aver fatto un dispetto al sindaco si sbaglia di grosso. In questo caso il dispetto e l'affronto vengono fatti solo alla città. A questo punto dovrò riflettere sulle condizioni effettive nelle quali si trova il Sant'Elia». Perché al sindaco non sono sfuggite le dichiarazioni rilasciate qualche mese fa dal team manager della Nazionale Gigi Riva e dal funzionario della Figc Giulio Pazzanese: «Avevano a suo tempo chiarito che, con l'eliminazione delle tribune in tubi Innocenti e la posa dei seggiolini nelle due curve, il Sant'Elia, almeno in deroga, avrebbe potuto ospitare anche le gare europee. Non escludo una mia ordinanza in tal senso in vista della prossima stagione».
STADIO E RITARDI Nel frattempo marcia a ritmo spedito anche il provvedimento che la commissione Cultura del Senato potrebbe presto approvare in materia di nuovi impianti sportivi: «Così, per assurdo - conclude Cellino - magari il Comune sarà in un certo senso quasi obbligato a concedere il Sant'Elia al Cagliari calcio. E ci troveremmo ad arrivare al traguardo insieme a tutti gli altri, in colpevole ritardo rispetto al progetto originario che avevamo varato qualche anno fa e che l'amministrazione comunale si è ostinata a non approvarci. Un altro treno perso, con danni economici incalcolabili per la nostra società».
ANTHONY MURONI

08/05/2009