VIALE REGINA MARGHERITA. Una sorta di rodaggio per la struttura che si prepara alla riapertura
Lo spazio sarà operativo a maggio ma le sale sono già pronte
Hanno un difetto le guide turistiche on line: talvolta anticipano i tempi. Un gruppo di turisti spagnoli sale per viale Regina Margherita, controlla lo smartphone. E scopre che i cancelli dell'ex Manifattura tabacchi sono chiusi. Ma, questa volta, non è il caso di prendersela con le istituzioni: lo spazio, affidato alla gestione provvisoria di Sardegna ricerche, sta vivendo una fase di rodaggio. Nei giorni scorsi ha ospitato alcune mostre, terminate durante il periodo natalizio; dal 20 gennaio riprenderà l'attività che serve a testare lo spazio.
L'ATTESA Secondo il cronoprogramma stilato dalla Regione, l'ex Manifattura sarà operativa a maggio. Previsione ottimistica? Sì, se si pensa agli immancabili ostacoli che la burocrazia frappone. In questi giorni, per esempio, c'è da risolvere il problema della capienza: la legge non tiene conto del fatto che gli edifici si affacciano su tre corti; l'unico criterio di valutazione è che ci siano “appena” tre uscite di sicurezza (la principale di viale Regina Margherita e quelle di via XX settembre e di via Lanusei).
LA STRUTTURA Ma l'ex Manifattura sembra davvero pronta ad accogliere le associazioni culturali e le imprese innovative che, da maggio, avranno una nuova casa. Superato il cortile d'ingresso, si arriva nella corte su cui si affaccia il futuro bar. Una sala grande, spaziosa, che potrebbe tranquillamente ospitare un punto di ristoro. Ma il vero e proprio ristorante, spiegano a Sardegna ricerche, sarà in un'altra zona. Da un lato della sala si accede alla seconda corte, quella che ospita le ex officine, destinate all'attività temporanea.
LE SALE È un tuffo nell'archeologia industriale la visita delle quattro sale che saranno messe a bando (la più grande è di 940 metri quadri, la più piccola di 325): in alcune è stato, addirittura, salvato il parquet originario. Una pecca? Solo in una sala è conservato un macchinario tipico della lavorazione del tabacco. Gli altri sono stivati in un deposito (magari, visto che gli spazi da recuperare sono tanti, in futuro potrebbe essere individuato un luogo per esporli). Ma è solo un dettaglio. E conta poco anche il fatto che alcune sale, nate per un uso industriale, siano a “L”, quindi, apparentemente, poco adatte all'attività culturale. Una passeggiata tra i lotti in questo momento vuoti dice che la Manifattura potrebbe davvero diventare un punto di riferimento per la cultura e l'innovazione cittadina.
Marcello Cocco