Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Buttiamo giù i vecchi palazzi»

Fonte: L'Unione Sarda
4 gennaio 2017

SANT'ELIA. Viaggio nelle piazze del quartiere tra puzza insopportabile e strade distrutte

 

Proposta choc dei residenti nel complesso edilizio Del Favero

 

Anno nuovo, emergenze vecchie. A Sant'Elia lo sanno bene, ma la pazienza è finita. Il 2017, per le duecento famiglie che vivono nel complesso edilizio Del Favero, è iniziato portandosi dietro i problemi di sempre: fogne disastrate, liquami e puzza insopportabile, illuminazione pubblica inesistente, strade distrutte con buche e voragini.
Le proteste dei cittadini servono a sistemare una pezza, ma i problemi non vengono mai risolti. «Siamo stufi», dicono in coro Billo Vistosu, Silvano Ortu e Carlo Lepori. «Non sappiamo a chi rivolgerci. Area, Abbanoa e Comune si rimpallano le responsabilità. Vogliamo risposte concrete, gli interventi tampone non ci interessano più». Poi la proposta, forte: «Costruire nuovi palazzi, sempre a Sant'Elia, e buttare giù i vecchi».


ALLARME SANITARIO

Per venti giorni hanno dovuto convivere con gli escrementi all'ingresso di palazzi e garage. Le fogne, ancora una volta, sono “esplose” invadendo le strade bianche e formando dei piccoli laghetti. Gli abitanti di piazza Falchi, Lao Silesu e Demuro sono esasperati. «Una puzza insopportabile. Un pericolo igienico sanitario trascurato da tutti. Abbiamo chiamato Area e Abbanoa. Nessuna risposta». Mentre i cittadini parlano con il cronista, ecco arrivare un mezzo autospurgo. «Siamo stati mandati dal Comune», spiegano gli operai. Protesta e denunce ancora sono servite a qualcosa. Vistosu però non è soddisfatto: «Tra qualche mese saremo nella stessa situazione. Siamo stanchi di vivere in mezzo agli escrementi e alla puzza insopportabile. Vogliamo un intervento definitivo».


STRADE E BUIO

Raggiungere gli ingressi dei palazzi è quasi un'impresa. Le strade sono distrutte e ci si trova davanti a buche pericolose. «Molti “chiusini” sono spaccati», commenta sconsolato Ortu. «La notte è tutto buio perché non c'è l'illuminazione pubblica». Le facciate dei palazzi sono pericolanti. Così come i “lastroni” in lamiera usati per coprire le tubazioni: «Il vento le porta via. Una volta un'auto è stata danneggiata da una di queste coperture». Nelle case la situazione non è migliore: «Gli impianti elettrici sono oramai fuori norma. Per non parlare di quelli idrici». Un giovane armeggia vicino ai contatori: «Sta riparando un guasto. Qui dobbiamo fare da soli, diventando idraulici, muratori ed elettricisti».


BUTTARE GIÙ I PALAZZI Intanto gli operai di un'impresa sono al lavoro per mettere in sicurezza le facciate dei palazzi. «Soldi spesi male», è il parere di Lepori, Vistosu e Ortu in rappresentanza di molti altri abitanti. «Stiamo parlando di edifici costruiti quarant'anni fa con problemi strutturali insuperabili». La soluzione? «Costruire nuove case, ovviamente a Sant'Elia, e buttare giù i palazzoni del Favero».
Matteo Vercelli

Degrado

«Mai riparati
i pozzetti
senza chiusini»

 

«Non si è ancora fatto male nessuno. È un miracolo». Il tour nel degrado dei palazzi Del Favero è pericoloso. Le buche nelle strade bianche sono la prima insidia. Preoccupano ancora di più i pozzetti senza chiusini: chi malauguratamente dovesse metterci dentro un piede avrebbe certamente pesanti conseguenze. «È così da tanti anni. Anche in questo caso abbiamo fatto segnalazioni su segnalazioni. Il risultato? Eccolo, sotto gli occhi di tutti. Qui a Sant'Elia non si vede nessuno anche semplicemente per mettere in sicurezza un tombino», è il commento amareggiato degli abitanti di piazza Falchi, Demuro e Lao Silesu. Il tutto avviene a poche decine di metri dalla scuola materna di via Schiavazzi, con il quotidiano viavai di bambini e genitori. (m. v.)