Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pochi soldi e troppi saldi

Fonte: L'Unione Sarda
3 gennaio 2017

Nei giorni scorsi multati i negozianti che esponevano i cartelli con sconti

 

C'è chi chiede di abolirli e chi li aspetta con ansia Evviva i saldi, abbasso i saldi. Le previsioni poco incoraggianti fatte a tre giorni dall'inizio delle promozioni invernali fissato il 5 gennaio hanno anche quest'anno diviso l'umore dei commercianti. C'è chi ancora crede fortemente nei ribassi programmati e li aspetta per fare il pieno di vendite, e chi invece chiede a gran voce di eliminarli una volta per tutte, o almeno posticiparli a inizio primavera. A ciò si aggiunge la fine della crisi che non vuole proprio farsi vedere e l'incremento della spesa dei sardi, stimato dalla Confcommercio con un quasi impercettibile +0,1%. Una stagnazione che ha riportato alla ribalta il dibattito sull'utilità di sconti e promozioni fatti solo in periodi stabiliti.
LA NOVITÀ Qualcosa però sembra cambiato, almeno stando a vedere le vetrine del centro cagliaritano. Pulite e splendenti non sbandierano sconti stratosferici e prezzi stracciati a caratteri cubitali come durante le vigilie dei saldi degli anni passati. «Nei giorni scorsi sono piovute decine di multe verso chi ha affisso cartelli annunciando promozioni anticipate», racconta da dietro la cassa del suo negozio di via Alghero Davide Marcello. «In realtà, non è vietato applicare sconti prima del 5 gennaio, ma non si possono specificare in vetrina le percentuali di ribasso né tanto meno mostrare la scritta “saldi”».
LE STIME E così per tre giorni gli esercenti dovranno accontentarsi delle proiezioni fatte dalla Confcommercio. «Vendita senza il botto», anticipa l'associazione annunciando una lieve crescita delle vendite rispetto allo scorso anno, «dovuta alle alte percentuali di sconto che si applicheranno sin dai primi giorni».
LA SPESA MEDIA Per ogni famiglia sarda sarà di circa 259 euro, contro i 344 euro della media nazionale. Il tutto si tradurrà in un esborso pro capite di 111 euro, mentre nel resto d'Italia la stima è di 147 euro. Secondo i rappresentanti dei commercianti il 32,9% dei sardi spenderà sino a 50 euro e il 47% tra i 50 e i 100 euro. Solo il 14,2% metterà in conto tra i 101 e i 200 euro, sopra i 200 la percentuale scende infine al 5,9%. Sulle sorti del comparto peseranno comunque le solite certezze: in primis la stagnazione dei consumi e i bassi redditi, ma anche l'assortimento del campionario e l'offerta di prodotti griffati.
POCHI AFFARI Di certo c'è che al modesto viavai pomeridiano nelle vie dello shopping ieri si è contrapposto il traffico intenso ai piani della Rinascente. La campagna promozionale a tappeto portata avanti tramite sms, mail e whatsapp sembra avere avuto successo. Uomo, donna e bambino. Non c'era reparto che non brulicasse di gente. Da molti giorni infatti sconti dal 20 al 50% riservati ai clienti registrati hanno attirato centinaia di acquirenti ben prima del 5 gennaio. «Abbiamo poche armi contro i giganti del settore», ammette Mariano Diaz «ma il periodo dei saldi resta sempre il più atteso per risollevare gli acquisti. Abbiamo voluto la globalizzazione il boom delle vendite online? Ora dobbiamo conviverci».
L'ANALISI Tra i sostenitori più convinti della formula dei saldi c'è anche il presidente regionale della Confcommercio Alberto Bertolotti. «I consumi stentano a ripartire e la fiducia di consumatori e imprese non sembra beneficiare delle note leggermente positive che arrivano dalle statistiche. I saldi rappresentano un'occasione importante per i consumatori a caccia dell'affare e per gli operatori commerciali sono fondamentali per recuperare gli investimenti fatti in questi anni di crisi, dal rinnovo dei punti vendita alla gestione dello shop online sino all'acquisto della merce, che, purtroppo, rimane negli scaffali per troppo tempo».
I PROBLEMI Ma così non va, gli addetti ai lavori ormai ne sono convinti: o si liberalizza completamente il settore o si fanno rispettare le regole esistenti. «Stiamo attraversando una crisi di sistema», conferma Marcello «che ha bisogno come altri settori di un aiuto dalle istituzioni». Gli fa eco Bertolotti. «Per dare una spinta ai consumi non bastano sterili affermazioni sullo stop agli incrementi delle tasse, ma servono azioni di sistema che permettano ai consumatori di avere un maggiore potere d'acquisto e ai commercianti di poter continuare a stare sul mercato: quindi politiche di sostegno e rilancio dei consumi ma anche regole certe e moderne e più controlli non solo sul fronte dell'abusivismo, ma anche sulle vendite promozionali dilaganti prima dell'avvio ufficiale dei saldi».
Luca Mascia