Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tassa rifiuti, la decide il microchip

Fonte: L'Unione Sarda
27 dicembre 2016

Il piano regionale prevede l'aumento della raccolta differenziata attraverso il “porta a porta”

 

 

 

Pagheremo in base ai volumi prodotti anziché ai metri quadri I sardi potranno pagare la tassa sui rifiuti in base a quello che viene effettivamente prodotto. Effetto della “tariffa puntuale”, una delle novità contenute nell'aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti, approvato ieri dalla Giunta. Grazie a un micro-chip inserito nel cassonetto che si utilizza in casa, sarà possibile rilevare il peso del secco o dell'umido che verranno ritirati.
Naturalmente, per arrivare alla tariffa puntuale serve una spinta sul ritiro porta a porta, altro punto cruciale del Piano. Insomma, entro il 2022 la Regione fissa dei traguardi: raggiungere l'80% di raccolta differenziata in tutta l'Isola, ora ferma al 56%, e riuscire a ridurre la tariffa media annuale per abitante del 15%. Ma il passaggio cruciale è la nascita dell'Autorità d'ambito che gestirà anche gli appalti per la raccolta. Questo potrebbe condurre anche a ottenere una tariffa unica per tutti i sardi.
LA TARIFFA Dunque, se allo stato attuale la Tari, la tassa sui rifiuti, viene calcolata sulla base dei metri quadri dell'abitazione e del numero delle persone che ci vivono, entro il 2022 cambieranno le cose.
La rivoluzione passa da un rafforzamento della raccolta porta a porta, perché solo così sarà possibile controllare effettivamente quanta immondizia viene prodotta da ogni utente. Attualmente in Sardegna la tariffa media annuale per cittadino è di 174 euro all'anno: ma «con una seria applicazione del Piano di gestione potrebbe diminuire mediamente del 15 per cento», sottolinea l'assessora dell'Ambiente, Donatella Spano. Per spendere meno, però, ogni utente dovrà ottimizzare la raccolta dei rifiuti, differenziando in maniera più accurata per ottenere delle “prestazioni” migliori.
OBIETTIVI Il punto di partenza sono le oltre 750mila tonnellate di rifiuti che vengono prodotti in Sardegna in un anno. «Entro il 2022 l'obiettivo è riuscire a ridurre questa cifra a 690mila tonnellate», spiega Spano. «Il Piano mira non solo alla diminuzione dei rifiuti, ma anche ad aumentare il riciclo». Il Piano nasce e viene aggiornato per fissare i traguardi ai quali dovranno aspirare le amministrazioni comunali. La situazione della raccolta differenziata in Sardegna è fatta di luci e ombre: a fronte di Comuni virtuosi come Siniscola (79%) o l'Unione dei Comuni del Logudoro (73%), ci sono anche delle note negative.
Cagliari e Alghero, per esempio, fanno registrare ancora percentuali molto basse, e per raggiungere gli obiettivi del Piano servono interventi immediati. In Sardegna i dati del 2014 evidenziano che su 377 Comuni, solo 190 hanno superato la quota obbligatoria di raccolta differenziata, che è il 65%. Ma gli abitanti di questi centri sono il 27% della popolazione, a dimostrazione che il sistema funziona molto meglio nei paesi piccoli.
GESTIONE Il documento aggiornato dalla Giunta, in ogni caso, dovrà essere affiancato a una legge per stabilire le regole sull'Autorità d'ambito. Per la gestione dei rifiuti sono tre le opzioni: una gara aperta, alla quale può partecipare chiunque, una società mista oppure una società in house, che ricalcherebbe l'esperienza di Abbanoa. Solo in questo caso si potrebbe arrivare ad avere una tariffa unica che dovrà garantire tutta la filiera, dal ritiro al trasporto e conferimento.
Matteo Sau