Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I laureati sono i nuovi poveri Cresce il numero di giovani che chiede aiuto alla Caritas

Fonte: L'Unione Sarda
23 dicembre 2016

Dati sconfortanti per l'occupazione: il 60 per cento degli assistiti è senza lavoro


Il nuovo povero ha 40 anni, una laurea in tasca e neppure un giorno di lavoro alle spalle. Questo il ritratto che emerge dal report annuale della Caritas diocesana di Cagliari che negli ultimi dodici mesi si è presa cura di 2259 persone e che evidenzia una preoccupante crescita nel numero di giovani costretti a chiedere aiuto per arrivare a fine mese.
ANNO NERO A giudicare dal bilancio annuale che costituisce il nucleo del libro “Solidarietà e rivoluzione delle coscienze” il problema più grave per i cagliaritani non è quello della casa. Il 90 per cento di chi chiede aiuto ha un posto in cui dormire, ma non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. Impossibile fare la spesa o acquistare generi di prima necessità o abbigliamento. Da qui il gran numero di pasti preparati tutti i giorni: la media è di 800, ma in momenti di particolare crisi è stata superata anche quota mille.
L'analisi fatta dal Centro studi della Caritas racconta una realtà per nulla confortante: la situazione rispetto all'anno scorso è peggiorata. Le persone che quotidianamente ricevono assistenza sono, come detto, 2259: come se un paese grande come Mandas si ritrovasse all'improvviso senza nulla. Come se in questo paese immaginario fatto di 1098 donne e 1161 uomini, il 60% degli abitanti fosse disoccupato (e tra questi il 25,5% di età compresa tra i 35 e i 44 anni) e non avesse nulla da fare, si svegliasse al mattino senza un obiettivo preciso: nessuna attività alla quale dedicarsi, nessuna idea - anche piccola - da realizzare.
FOCUS LAVORO A questi si aggiungono i pensionati (per il 6 per cento), le casalinghe (il 9,5 per cento), e chi ha perso il vecchio lavoro e ne sta cercando uno nuovo (11,5 per cento). Non solo. Nell'analisi particolare attenzione è dedicata al titolo di studio. Perché se è vero che la maggior parte delle persone assistite si ferma alla licenza media inferiore (il 47,6%) cresce il numero di laureati messi a verbale dagli operatori della Caritas. Nel 2015 erano il 3,1% mentre nel 2016 sono arrivati al 3,5%, a questi vanno ad aggiungersi quelli in possesso di un diploma universitario: si tratta dello 0,4% con il quale si raggiunge il preoccupate 3,9% del totale.
Ecco, in questo paese popolato da famiglie in attesa di un pasto caldo da consumare il 73,3 per cento delle persone sono italiane e gli stranieri sono 584. Nell'assistenza agli immigrati sono molto attive anche le cooperative che lavorano per garantire servizi dedicati come quello dell'ambulatorio medico, dello sportello farmaceutico, dei pacchi alimentari e della distribuzione di giochi e libri.
Dinanzi a una popolazione tanto variegata anche le esigenze da soddisfare sono sempre differenti ma quelle economiche restano sempre in cima all'elenco dei bisogni (il 33,9%). Un quadro che non si discosta troppo dalla situazione regionale. Nell'ultimo anno l'associazione Sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno ha registrato un segno negativo in tutta l'Isola. Nel settore agricolo, si lavora di più ma si guadagna di meno. «In quello delle costruzioni - riferisce ancora la Caritas - relativamente agli occupati si registra una flessione di 5mila unità tra il 2014 e il 2015 e di 15mila rispetto al 2000».
I DATI Tutto quel che è stato fatto negli ultimi dodici mesi per dare assistenza agli abitanti di questo paese immaginario costituisce il nocciolo del libro “Solidarietà e rivoluzione delle coscienze”, curato da Maria Chiara Cugusi, Vincenzo Frigo e da Franco Manca del Centro studi Caritas, che ieri è stato presentato anche dall'arcivescovo Arrigo Miglio e da don Marco Lai della Caritas di Cagliari nella sala del Cis.
Mariella Careddu