Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pirri, tre mesi fa si è sfiorato il disastro Il Comune vuole previsioni più efficaci

Fonte: L'Unione Sarda
23 dicembre 2016

Dalla Protezione civile regionale nessun'allerta. «Telecamere e altoparlanti nelle fermate dei bus»

 

Tre mesi fa si è rischiato che si ripetesse a Pirri il disastro di otto anni fa a Capoterra: l'ha confermato, qualche giorno fa, il meteorologo Matteo Tidili in un'audizione alla commissione Servizi tecnologici, all'assessora Luisa Anna Marras e a dirigenti dei servizi Lavori pubblici (Daniele Olla), Mobilità e traffico (Pierpaolo Piastra) e Protezione civile (Manuela Atzeni).
MONITORAGGIO Quella del 16 settembre scorso, a Pirri, è stata una notte da incubo: rami spezzati, alberi caduti, strade trasformate in torrenti, auto e cassonetti trascinati dalla furia dell'acqua, tombini divelti, asfalto squarciato, case e negozi allagati. I dati forniti dall'esperto, specialista nello studio dei fenomeni climatici estremi, sono gli stessi che aveva pubblicato tre giorni dopo l'alluvione nella rubrica che tiene su questo giornale. Perché convocarlo? Semplice: quella notte, mentre la Protezione civile regionale prevedeva una situazione tranquilla (codice verde), il meteorologo cagliaritano sapeva cosa sarebbe successo: «Stavo monitorando in tempo reale l'arrivo di una perturbazione che si muoveva dall'Algeria in direzione nord-ovest», racconta. «Quell'evento - assicura - poteva essere previsto con otto ore di anticipo». Rilevare eventi climatici potenzialmente disastrosi per conto di Comuni come Segariu e Monserrato, oltre che fare da perito in tribunale per quello di Capoterra, è uno degli aspetti della sua attività professionale. L'amministrazione di Cagliari è interessata ai suoi sistemi di monitoraggio climatico in tempo reale perché il fattore tempo è decisivo per l'efficacia del piano di protezione civile comunale che stabilisce le attività operative in caso di emergenza (incluso, per esempio, l'ordine di portar via le auto dalle zone a rischio allagamento). Se il Comune fosse stato informato del nubifragio in arrivo, tre mesi fa, i danni sarebbero stati molto più limitati.
VASCONI E ACCUSE «Da diversi anni - ricorda il presidente della commissione, Fabrizio Marcello - l'amministrazione comunale sta lavorando a mitigare l'impatto degli eventi alluvionali. L'Italia si sta scaldando più velocemente della media globale e di altre zone». Insomma, quello che è successo tre mesi fa potrebbe non essere un evento isolato. Furono giorni di grande rabbia. Molti pirresi puntarono il dito sugli imponenti lavori messi in atto dal Comune: l'utilità dei vasconi interrati sotto via Stamira e via Socrate, realizzati con lo scopo di evitare la famosa ondata di piena che investe piazza Italia e il centro di Pirri, non è stata molto evidente, quella notte. «Ma parliamo di un evento eccezionale, particolarmente violento», replica Marcello. «I dati di Matteo Tidili registrano intensità di precipitazioni tropicali con picchi superiori a 220 millimetri di pioggia l'ora: un vero nubifragio tropicale. Nel 2008, a Capoterra, con valori simili, si ebbero dei morti».
PIANI E CONDOTTE Il rischio idrogeologico è fra le priorità dell'amministrazione. Oltre al piano di protezione civile, è stato approvato quello di assetto idrogeologico (Pai), che permetterà di mappare il territorio e sapere dove intervenire. È stata anche realizzata una nuova condotta per le acque meteoriche anche in via Abruzzi, e sono in corso i lavori per la messa in sicurezza della zona di piazza d'Armi, dove si spenderanno quasi 5 milioni di euro. Ma molto resta da fare. Alla commissione, i tecnici del Comune hanno illustrato gli interventi di riqualificazione dei collettori C70 (a monte di Pirri, da via Santa Maria Goretti a via Duca di Genova), C47 (che collegherà piazza Italia al canale di Terramaini) e 38 (che collega alcune delle aree più a rischio, come via Su Planu e via Balilla fino a piazza Italia e Terramaini). Nel canale di Terramini, dove durante un evento critico il livello dell'acqua si solleva anche di un metro e 80 centimetri, le nuove vasche di laminazione ingoieranno l'acqua in eccesso.
I SOLDI BLOCCATI «In collaborazione col Ctm - conclude Marcello - stiamo lavorando all'installazione di telecamere e altoparlanti fissi alle fermate degli autobus a Pirri, in viale Diaz e viale Marconi, per monitorare le alluvioni e diramare gli annunci. Regione e Governo però sblocchino in fretta i 30 milioni di euro che il Consiglio dei ministri ha destinato ai Comuni a rischio idrogeologico: useremo la nostra quota per completare il sistema di raccolta delle acque meteoriche, i progetti sono già pronti». (m. n.)