Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Grandi affari solo nell’hinterland

Fonte: La Nuova Sardegna
5 maggio 2009

MARTEDÌ, 05 MAGGIO 2009
Pagina 4 - Cagliari
Gli appartamenti a Cagliari costano ancora troppo, meglio emigrare

Uno studio della Gabetti sull’area metropolitana: da Sant’Elia a Monserrato

CAGLIARI. Gli operatori immobiliari osservano con attenzione i progetti di sviluppo dell’area metropolitana e, secondo l’ufficio studi di Gabetti, nel mercato immobiliare di Cagliari e provincia tre soprattutto sono gli eventi progettuali destinati a dare una scossa al mercato: il rilancio del porto storico, in via Roma, il museo della civiltà dei sardi, il discusso e probabilmente accantonato Bétile, nel quartiere cagliaritano di Sant’Elia, e lo sviluppo urbanistico nei comuni dell’hinterland.
All’ipotesi del Betile, come si sa fortemente voluta dall’ex governatore Soru ma che per il momento non è ripresa in considerazione dalle istituzioni (Regione, qui intesa come governata dall’attuale giunta di centrodestra, e Comune), è collegata la rinascita del quartiere di Sant’Elia e dunque anche un possibile aumento dei prezzi immobiliari in un’area dove le contraddizioni non mancano: su un fronte ci sono le palazzine signorili, dietro il mercato comunale, e sull’altro i palazzoni popolari.
Importante, ma di impatto di gran lunga minore, è l’operazione sullo stagno di Santa Gilla, col costruendo palazzone-fungo che fa strazio del paesaggio urbano. Naturalmente l’ufficio studi della società immobiliare non dà giudizi sugli interventi, ma annette grande capacità di traino agli episodi porto e Sant’Elia-Bétile, mentre per la piazza Santa Gilla, nell’area dell’ex cementeria, con il contorno di negozi e uffici nonché delle redazioni del gruppo Zuncheddu cita soltanto il fatto che «ci saranno impianti a risparmio energetico per la climatizzazione e un sistema per la produzione dell’acqua calda sanitaria integrato dall’uso di pannelli solari». Ancora sui progetti «in pentola»: «C’è attesa - si scrive nella nota stampa - per il recupero dell’ex ospedale Marino al Poetto, da riconvertire in beauty farm», anche se quel progetto è stato nei fatti accantonato dalla stessa giunta Soru dopo una gara pasticciata e poi annullata. È chiaro quale sia l’interesse di un immobiliarista per tali progetti: danno valore alle case che ci stanno attorno. Il tema del valore è di peso soprattutto in un momento come questo: l’ufficio studi di Gabetti ha stimato che nel capoluogo cagliaritano, nel secondo semestre del 2008, la compravendita di case è calata del 3.2 per cento e i tempi medi di vendita sono intorno ai cinque, sei mesi. Questi tempi sono «mediamente più brevi a Pirri-Monserrato e più lunghi a San Benedetto e nelle zone centrali». Si spiega nella nota «che le zone centrali hanno scontato la progressiva perdita di popolazione, soprattutto giovane, che si è spostata verso i comuni esterni per motivi di costi. Un altro elemento che penalizza gli acquisti è la carenza strutturale di parcheggi e box ne i quartieri cagliaritani, «perché diversi acquirenti li considerano necessari». Nonostante la crisi, anche a Cagliari resiste una «domanda elitaria»: ci sono aspiranti acquirenti di villini indipendenti con giardino al Poetto o attici panoramici a Monte Urpinu. Anche Gabetti sottolinea l’importanza della popolazione universitaria a Cagliari: 21 mila studenti, di cui il 50 per cento provenienti da fuori provincia. L’ufficio studi lancia qualche informazione per chi volesse investire: potrebbe essere interessante la zona di Monserrato per via della Cittadella universitaria e dei nascenti collegamenti come la metropolitana leggera. Gabetti spiega ancora che la zona di Castello si è rivalutata «in seguito alla realizzazione di ascensori che ne permettono il collegamento diretto con altre zone, tra queste viale Regina Elena».
Per Pirri si segnala che i bilocali costano meno: 20 mila euro circa in diminuzione rispetto a due anni fa.
Nell’analisi condotta da Gabetti non mancano i cenni ai trasporti: dove ci sono buoni collegamenti o c’è il progetto di farli, il prezzo delle case riprende quota. Infine: il valore ambientale «fa prezzo». Se ne ricordino gli speculatori senza rispetto per il paesaggio.