Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Reperti (e topi) sotto tutela

Fonte: L'Unione Sarda
13 dicembre 2016

CORSO VITTORIO EMANUELE. I lavori per la pavimentazione hanno scoperto resti antichi

 

Immondezza e ratti negli scavi bloccati dalla Soprintendenza

 

 


Tra un po' sarà da tutelare perfino il cantiere, non più soltanto i resti della città romana che custodisce nel sottosuolo. L'attesa per conoscere che cosa si farà, in quel rettangolo nel corso Vittorio Emanuele che ancora non è stato ripavimentato, comincia ad avere tempi simili alle età archeologiche. Recintato per evitare cadute di cavalli e per garantire la sicurezza del pubblico poco prima della Festa di Sant'Efisio, con il suo contorno d'immondezza e soprattutto di topi, incontra una sempre minor pazienza di negozianti e residenti.
I DISAGI «Ditemi voi come si può garantire un servizio ai tavoli», si amareggia Gianfranco Deplano da dietro il bancone del bar Oblomov, «dovendo sempre chiudere la porta ad ogni passaggio dei camerieri per evitare che i ratti entrino nel bar. Andiamo avanti così da fine aprile», aggiunge, «finché lo scavo resterà aperto non ci sarà soluzione». Secondo i commercianti del primo tratto del Corso, fra cui deve nascondersi qualche esperto di flussi migratori di roditori, quei topi scendono dalle fogne di via Portoscalas e, giunti allo scavo, trovano l'uscita per l'aria aperta. E se la godono tutta.
LE DERATTIZZAZIONI Scava scava - anche se, a dire la realtà, il verbo non gode di grande popolarità nel corso Vittorio Emanuele - si scopre che alcuni anonimi commercianti si sono resi protagonisti di una derattizzazione fai da te: acquistate le esche per uccidere i topi, le hanno sistemate in giro. In teoria non si potrebbe fare, infatti nessuno precisa chi ha partecipato alla bonifica e chi no. Che il compito di combattere la guerra all'infestazione dei ratti sia stato scaricato sui commercianti, però, è un'affermazione che, al Comune, nessuno vuole sentire. Dal Municipio sostengono infatti che i tecnici della Provincia abbiano fatto già due bonifiche contro i roditori e di essere in attesa del verdetto della Soprintendenza sui reperti archeologici, e la decisione non è facile. Subito dopo, ci si rimetterà al lavoro.
LA RECINZIONE-SCATOLA Che il “cantiere sospeso” dalla Soprintendenza, al di là dei ratti, sia un pugno nell'occhio, nessuno ha dubbi. Non li ha nemmeno Pamela Perseu, che nel suo salone “Ringo hair studio” nell'appartamento di un palazzo nel Corso è tormentata dalla visione «di una scatola brutta, ancor di più ora che tutto intorno è uno splendore. Sappiamo tutti che un vincolo della Soprintendenza vieta di concludere i lavori di ripavimentazione di quella che è ora una meravigliosa piazzetta: speriamo che decidano presto il da farsi, e nel frattempo qualcuno si prenda la briga di abbellire quella recinzione».
I TECNICI In realtà, il “da farsi” è proprio il problema che sta creando le lungaggini, e dal Municipio fanno sapere che la collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici è massima. Ci sono state già alcune riunioni tra i tecnici di Palazzo Bacaredda e della Soprintendenza, si deve decidere se ricoprire tutto (è già avvenuto in piazza Yenne) e concludere i lavori, oppure sistemare un cristallo che faccia da pavimento in quel rettangolo (consentendo la vista dei reperti ai passanti) o esaminare altre alternative. Nessuna notizia ufficiale, ma pare che la decisione sia in dirittura d'arrivo e a quel punto, soltanto a quel punto, gli operai dell'impresa potranno completare la pavimentazione del primo tratto del corso Vittorio Emanuele. Anche se il permesso di richiudere il suolo dovesse giungere in questi giorni, è difficile immaginare che operai e mezzi meccanici possano riprendere i lavori in pieno shopping natalizio. Così, tutti nella zona sperano che la questione si possa risolvere nei primi giorni dell'anno nuovo, per sempre, in quel primo scorcio del Corso diventato un paradiso pedonale.
Luigi Almiento