Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'antico tempio è nascosto: illegittima la bocciatura del progetto sul Piano casa

Fonte: L'Unione Sarda
6 dicembre 2016

VIA MADDALENA.

Doppia pronuncia del Tar L'antico tempio è nascosto:
illegittima la bocciatura
del progetto sul Piano casa

La sopraelevazione del palazzo era stata bloccata dal Comune con un motivo: è troppo vicino ai resti dell'antico tempio romano di via Malta, secondo gli archeologi situato nei pressi delle vicine Poste centrali. Una decisione ritenuta illegittima dal Tar che ha annullato la bocciatura dei progetti proposti dell'ingegnere cagliaritano Guido Faggioli e della vicina Gabriella Onano, avvocata dello Stato in servizio in Toscana.
IL TAR Le due sentenze depositate ieri dai giudici della seconda sezione del Tribunale amministrativo tornano ad affrontare il tema dei beni identitari, quelli protetti dal Piano paesaggistico regionale con un'aria di rispetto di cento metri. Entrambi tutelati dall'avvocato Enrico Salone, i due professionisti avevano presentato domanda per realizzare nuovi volumi (36 e 48 metri quadrati) all'ottavo e nono piano del palazzo di via Maddalena 56. Richiesta bocciata perché, secondo il Comune, l'intervento rientrava proprio nella fascia protetta.
IL TEMPIO Nel processo è così emerso che il tempio di via Malta risulta essere comunque un «bene ipogeo» non visibile. «È ubicato nel sottosuolo», si legge nella sentenza che ha in parte accolto il ricorso dell'ingegner Faggioli, «in un'area sopra la quale sono stati costruiti edifici privati e relativi cortili di pertinenza». Insomma: i resti del tempio sarebbero nascosti sotto le Poste centrali di piazza del Carmine.
MOTIVARE I RISCHI Pur confermando che lo spirito che deve prevalere è quello di proteggere il paesaggio in prossimità del bene da difendere, i giudici del Tar hanno ricordato che non basta «un generico riferimento al pericolo, insito inevitabilmente in ogni attività edilizia, di una possibile ulteriore compromissione della valenza paesaggistica del contesto». Il Comune e la Regione (che si sono costituite in giudizio con gli avvocati Genziana Farci, Mattia Pani e Roberto Murroni) avrebbe dovuto motivare meglio, chiarendo perché i nuovi volumi al nono piano del palazzo comporterebbero un «pregiudizio sui valori tutelati, tenendo conto anche del contesto urbano dell'area già fortemente caratterizzato da fabbricati anche più imponenti di quello nel quale insiste la proprietà dell'ingegner Faggioli».
ANNULLAMENTO Il collegio presieduto da Francesco Scano ha annullato anche la bocciatura del progetto chiesto dall'avvocata Gabriella Onano. Nel suo caso, infatti, l'opera da realizzare si troverebbe a 101,82 metri dal palazzo delle Poste, dunque fuori dall'area vincolata. L'intervento, però, necessiterebbe comunque di autorizzazione paesaggistica - come chiarito dai legali del Comune - perché, nonostante sia fuori dal centro storico, rientrerebbe comunque in una zona di «antica e prima formazione» indicata nel Ppr della Regione.
Francesco Pinna