Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

In quei colori l’anima dell’isola

Fonte: La Nuova Sardegna
4 maggio 2009

VENERDÌ, 01 MAGGIO 2009

Pagina 37 - Cultura e Spettacoli



Sfilano in processione quattromila costumi da tutta la Sardegna



Tra fede e cultura, oggi Cagliari rinnova il voto del 1652 per liberare la città dalla peste La statua arriverà a Nora fra quattro giorni

MARIO GIRAU

CAGLIARI. Sono attesi in centomila per fare ala, per la 353esima volta, al passaggio di sant’Efisio nel suo viaggio verso Nora. Cagliari scioglie oggi un voto fatto nel 1652 dal Consiglio civico per liberare la città dalla peste, ma lancia anche nel firmamento mediatico l’immagine della storia, cultura, tradizioni e folclore della città e della Sardegna. È miracolo di un santo che ogni Primo Maggio diventa starter della centinaia di feste popolari che da primavera all’autunno si celebrano in tutta l’isola e della stagione turistica sarda. Chissà se sarà più facile guarire un’anima e cambiare la vita di un persona oppure innestare una marcia in più al turismo regionale e sollevare significativamente la parte attiva della bilancia dei pagamenti isolana.
Ogni anno la festa del santo propone numeri sempre più significativi. Oggi sfileranno in processione 4 mila figuranti, provenienti da 83 comuni, appartenenti a 86 gruppi folk, 21 traccas, 5 equipe di suonatori di launeddas, 56 formazioni di cavalieri campidanesi, 5 di miliziani e 2 cori per far rivivere i migliori canti del ricco patrimonio popolare sardo. E’ la parte più spettacolare della festa, la vetrina delle tradizioni religiose della nostra isola presentate con garbo, classe e rigore. La dimensione più spirituale dell’evento la rivelano migliaia di pellegrini al seguito del cocchio col simulacro, che lo accompagnano fino alla chiesetta di Giorgino o addirittura sciolgono un personale voto e chiedono una speciale grazia seguendo ininterrottamente il santo fino a Nora, per quattro giorni. E’ il miracolo più difficile da misurare perché riguarda la fede.
Molto più facile, tra qualche settimana, quantificare i ritorni economici portati dalla stagione delle manifestazioni inaugurata dalla festa di sant’Efisio. Si guardano i registri del porto e si leggono i nomi di due navi da crociera, una è la più grande del mondo, che in questi giorni hanno riversato sulle banchine cagliaritane 6-7000 passeggeri. Gli alberghi diranno il numero complessivo dei pernottamenti, delle camere occupate. I ristoranti faranno la contabilità dei pasti serviti, i musei dei biglietti staccati. All’aeroporto sono attesi non meno di 10-15% di passeggeri in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La fede comunale nel miracolo turistico di sant’Efisio è veramente grande, tant’è che sono stati messe in cantiere ben ventisette manifestazioni civili: arte, cultura, spettacoli musicali, lirici e teatrali, concerti della fanfara e carosello storico dei carabinieri, un centinaio di “monumenti aperti”, la Fiera campionaria, mostre, balli dei gruppi folcloristici.
Due feste parallele, quella civile e quella religiosa. Ma la più importante è sicuramente quella con al centro la devozione al santo, la “madre di tutte le feste” che fanno da cornice a tre secoli e mezzo di spiritualità “efisiana”.
Una centralità religiosa all’origine della richiesta, presentata dalla municipalità cagliaritana, perché la festa di calendimaggio sia dichiarata bene immateriale patrimonio dell’umanità. Per adesso è arrivato solo il patrocinio dell’Unesco, tra non molto dovrebbe giungere il riconoscimento ufficiale.